IL RAPIMENTO, di John Grisham – ovvero: l’avvocato in bicicletta risolve anche questo
Tutto è cominciato con una domanda innocente di mia figlia: “Papà, hai letto altri libri con Theodore Boone?” E da lì, inevitabilmente, eccomi a divorare “Il rapimento”, secondo capitolo delle avventure dell’avvocato in miniatura firmato John Grisham.
Sì, perché Theodore Boone ha solo 13 anni ma ha già la determinazione di Perry Mason, la prontezza di un paralegale esperto e una rete di contatti che farebbe impallidire LinkedIn. Frequenta le aule di tribunale come altri frequentano i centri commerciali, dispensa consigli legali tra un compito in classe e una pedalata, e – nel caso di questo romanzo – si lancia nella risoluzione del misterioso rapimento della sua amica April.
Grisham non tradisce: la scrittura è scorrevole, diretta, accattivante. Le pagine scorrono veloci, tra colpi di scena, investigazioni degne di un giallista veterano e l’occasionale intermezzo scolastico (perché sì, Theo è pur sempre un ragazzino, seppur con la toga nel cuore).
Il romanzo è vivace e leggero, ma non superficiale. Tocca con garbo temi importanti – dalla solitudine alla fragilità familiare – senza mai perdere il tono brillante. E in mezzo al turbine giudiziario-spensierato di Theo, fa capolino anche una sgargiante perla caraibica: un personaggio piumato che aggiunge colore, ritmo e una spruzzata di esotismo al tutto.
È un romanzo pensato per ragazzi, certo, ma anche un adulto barbone e barboso può trovarci gusto, leggerezza e, perché no, un filo di invidia per quella passione pura e quel senso di giustizia senza compromessi.
Insomma, una lettura che si beve d’un fiato, che diverte e coinvolge senza mai prendersi troppo sul serio, ma nemmeno troppo poco. E che, alla fine, ti lascia con la voglia di salire in bici… e fare appello.
Recensione di Vincenzo Anelli
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