NOTTI INVISIBILI GIORNI SCONOSCIUTI Bae Suah

NOTTI INVISIBILI, GIORNI SCONOSCIUTI, di Bae Suah (ADD – ottobre 2024)

Per me una una scoperta incredibile.

Una autrice coreana sconosciuta al pubblico italiano che ha creato un vero e proprio stile di scrittura nel suo paese.

Definita non convenzionale ed audace Bae Suah apre le porte ad un nuovo modo di raccontare affine per alcuni versi al mondo onirico giapponese ma intriso del senso di smarrimento di una autrice nata e cresciuta ai tempi della dittatura.

Notti invisibili, giorni sconosciuti si svolge in poco più di ventiquattro ore, in un arco temporale che diviene un eterno presente in cui universi paralleli sembrano coesistere allo stesso istante .

Una giovane donna lavora in un teatro che fa spettacolo solo per non vedenti e proprio la sera del suo ultimo turno di lavoro la seguiamo mentre gira per la città tra incontri veri o immaginari.

L’ambientazione contribuisce a rendere gli avvenimenti cupi attraverso la descrizione di una Seoul in piena estate torrida e senza aria.

Ma la città che racconta Bae Suah non è quella piena di insegne colorate, popolata di bus notturni colmi di persone che tornano a casa dopo aver socializzato ma quella cupa, solitaria e buia degli anni della dittatura in cui veniva imposto il coprifuoco serale. Così la protagonista si trova ad attraversarla e mentre lo fa e’ attraversata essa stessa da persone conosciute o ignote le cui esistenze si sovrappongono e si intrecciano i n piano temporali indefiniti.

Questo è un libro sulla solitudine ma anche un monito perché ci ricorda che tutte le vite degli esseri umani sono collegate a doppio filo l’una con l’altra quasi come se il tempo non esistesse e tutto si svolgesse in un unicum temporale nel quale tutto noi siamo immersi senza saperlo.

Evidente in tutto il romanzo il tributo a La La civetta cieca di Sadegh Hedayat, incredibile romanzo pietra miliare della letteratura persiana.

Da leggere assolutamente per scoprire ed apprezzare uno stile letterario coreano poco noto a noi occidentali

Recensione di Annachiara Falchetti

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