DENTRO, di Sandro Bonvissuto (Einaudi)
L’esordio letterario di Sandro Bonvissuto, “Dentro”, edito da Einaudi, ha una potenza rara e il nitore delle descrizioni, dei ricordi di tre diverse vite vissute dalla stessa persona.
Tre fra le tante vite che ci capita di affrontare durante la nostra esistenza.
Bonvissuto è un filosofo metropolitano.
Dei tempi attuali.
E uno scrittore di talento difficilmente eguagliabile.
Siamo nel campo dei fuoriclasse.
In gergo calcistico è della razza dei Totti.
Ma per chi conosce le sue passioni adolescenziali meglio paragonarlo a Falcao.
Ne sarà più felice.
Come il successivo “La gioia fa parecchio rumore” anche questo libro è già un film.
Anzi tre.
Nel senso migliore del termine.
Descrizioni per immagini di folgorante efficacia.
E tanto amore per i personaggi.
Per i ricordi.
Per i luoghi.
Le sue riflessioni filosofiche sono gemme incastonate tra le pagine.
Le strade.
La notte.
Il suicidio.
I muri.
Lo spazio angusto del carcere.
E le bugie che si raccontano in quel mondo parallelo.
Dove i detenuti cominciano lentamente ad assomigliare al loro reato.
Il caso, vero Dio delle nostre esistenze.
Il mistero della musica che esce dai solchi neri dei dischi.
L’amicizia come scelta indissolubile e assoluta.
Come simbiosi.
La storia di un banco scolastico che diventa metafora/feticcio di quell’amicizia.
La scienza.
Gli inverni odiati e destinati all’oblio.
Le estati portatrici di memoria.
E il terzo brano di vita vissuta, il mio preferito, dove il ricordo si fa commozione.
“Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta”.
Oggi apprezzato monologo teatrale.
Uno “Stand by me” Kinghiano pieno di tenerezza.
E di poesia, con il legame inscindibile tra tempo e luoghi e un caleidoscopio di emozioni, di prime volte.
Da far leggere nelle scuole.
Quel padre apparentemente così assente che in un attimo si trasforma nel deus ex machina della tua ancor breve vita.
Perché “non è vero che si cresce lentamente e armoniosamente, si cresce tutto insieme. In un giorno. In un’ora”.
Bonvissuto racconta verità universali con una semplicità che aumenta il fascino della lettura (qualcosa di simile mi è accaduto solo con i saggi di Baricco).
Il dolore e la bellezza della sua scrittura.
Che ci parla di noi.
Delle nostre vite.
Dei nostri comportamenti.
Dei nostri processi mentali.
Ci parla di come siamo fatti.
Dentro.
Recensione di Paolo Palazzo
LA GIOIA FA PARECCHIO RUMORE Sandro Bonvissuto
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