LETTURE 2023: vi presentiamo quelle di Flavia Bor
Ecco qui, per chi fosse interessato, la mia lista 2023 con qualche commento e valutazione personale (sottolineo personale) delle diverse opere:
1) L’amore ai tempi del colera, di Gabriel Garcia Marquez. Storia dell’amore testardo di Florentino Ariza per Fermina Daza, una passione piena di ottimismo che mai vacilla, mai si spegne. Scrittura ironica e fiabesca, ma meno surreale di Cent’anni di solitudine. Belle atmosfere caraibiche. /5
2) L’ufficiale e la spia, di Robert Harris. Bel romanzo storico che racconta l’affare Dreyfus dal punto di vista del tenente colonnello Picquart. Appassionante, magari un po’ frettoloso nella parte conclusiva. /5
3) Sotto la città, /5
4) La signora in verde, /5
5) La voce, /5
(3), (4) e (5) sono i primi tre romanzi gialli della serie dedicata al commissario Erlendur Sveinsson della polizia di Reykjavik. Lo scrittore islandese Arnaldur Indridason ci regala dei gialli ben confezionati e scorrevoli. Continuerò senz’altro con gli altri romanzi della serie. Non è necessario leggerli nell’ordine di uscita in quanto ogni romanzo è dedicato a un’indagine a sé stante.
6) Fiori per Algernon di Daniel Keyes. Romanzo di fantascienza che solleva molti quesiti: la solitudine dell’intelligenza, il pregiudizio e il disprezzo verso i disabili e le loro capacità, il progresso attraverso sperimentazioni scientifiche su animali ed esseri umani. Impossibile non amare Charlie. Doloroso il suo viaggio verso una maggiore coscienza di sé per mezzo dell’aumento artificiale della sua intelligenza. /5
7) Le Benevole, di Jonathan Littell. Partiva bene e credevo di trovarmi di fronte a un bel romanzo storico sulla Germania nazista narrato dall’originale punto di vista di un carnefice, una SS, invece la narrazione si è rivelata contorta, si fa fatica a seguire gli avvenimenti e la struttura generale della Wehrmacht e dei gruppi paramilitari rimane piuttosto nebulosa. Troppi dettagli, troppe sigle, troppi nomi. Il personaggio principale è sessualmente perverso con tendenze incestuose e si dilunga su visioni oniriche astruse come pure sulla descrizione dettagliata delle proprie evacuazioni intestinali. /5
8) La mia prediletta, di Romy Hausmann. La giovane Lena scompare dopo una festa e ricompare 14 anni più tardi in ospedale in seguito ad un incidente, ma il padre non la riconosce. Un bel thriller spiazzante, da cui hanno tratto anche una serie (non all’altezza) su Netflix. /5
9) Un uomo, di Oriana Fallaci. Periodo delle dittatura dei colonnelli in Grecia. Oriana Fallaci racconta la storia di Alekos Panagulis, eroe della resistenza, condannato a morte (e poi graziato) per un attentato (fallito) a Papadopoulus. È la vita di un idealista, di un Don Chisciotte moderno, dai tanti pregi e dai tanti difetti, che commuove. Belle le pagine d’amore che la Fallaci gli dedica /5
10) L’amante di Marguerite Duras. Dovrebbe narrare l’amore travolgente tra un miliardario cinese e un’adolescente francese nell’Indocina degli anni Trenta. Non mi è arrivato. L’ho trovato piatto e pieno di elucubrazioni inconcludenti. Salvo solo le ultime pagine. /5
11) Come d’aria, di Ada D’Adamo. Testimonianza dolorosa e sincera di malattia e di handicap. Gli eventi narrati sono a sé stanti e non logicamente connessi, come se l’autrice avesse voluto illuminare solo alcune stanze della memoria. Scrittura abbastanza fluida, ma poco coinvolgente. Nonostante il rammarico per le traversie di madre e figlia, non posso dire che il libro sia stato di mio particolare gradimento. /5
12) Io sono l’abisso, di Donato Carrisi. Serial killer all’opera. Thriller discreto che mette in risalto la tematica di un’infanzia abusata . /5
13) Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa. Il romanzo mette in luce la spinosa questione palestinese. Storia interessante e drammatica, ma la scrittura non era nelle mie corde. /5
14) Terapia di coppia per amanti, di Diego De Silva. L’idea pareva originale, ma il romanzo è banale e stereotipato. Scrittura ammiccante che cerca di strappare un sorriso senza riuscirci, abuso del turpiloquio, inutili digressioni musicali. Impossibile assegnare una stella. Vorrei il rimborso.
15) Canto della pianura /5
16) Crepuscolo /5
17) Benedizione /5
18) Le nostre anime di notte /5
di Kent Haruf. Storie ordinarie, di gente comune che abita nella piccola cittadina di Holt in Colorado. Scrittura semplice, ma capace di emozionare e di essere, a tratti, persino poetica, forse perché le situazioni descritte non sono poi così lontane dal vissuto di ognuno di noi.
19) Ragione e sentimento, di Jane Austen. Scrittura magistrale, adoro l’ironia della Austen nel descrivere i pensieri e sentimenti dei suoi personaggi, è davvero molto acuta, ma le trame dei suoi romanzi raramente mi appassionano /5
20) I ponti di Madison County, di Robert James Waller. Avevo da poco rivisto il film, interpretato da Meryl Streep e Clint Eastwood, e mi era venuta la curiosità di leggere il romanzo. Che dire? Meglio il film, e di parecchio. Ho trovato il romanzo noiosetto, enfatico e stucchevole. Badilate di retorica sull’amore. /5
21) La camera azzurra , di Georges Simenon. Provincia francese, storia di un’avventura extraconiugale vissuta con divertimento da una parte e ossessione dall’altra e del suo potere distruttivo. Breve, ma intenso. /5
22) La valle dei fiori, di Niviaq Korneliussen. Primo romanzo groenlandese ad aver vinto il Premio letterario del Consiglio Nordico. I temi principali sono il rapporto di amore-odio che i groenlandesi hanno con la Danimarca e l’altissimo tasso di suicidio tra i giovani groenlandesi. La giovane protagonista inuit pare avere un futuro che l’aspetta in Danimarca, ma non amandosi, sentendosi inadeguata e fuori posto, non riesce ad integrarsi. Lettura cupa, ma scorrevole. /5
23) 1984, di George Orwell. Romanzo distopico pubblicato nel 1949, ma sempre attualissimo, ambientato in un futuro dove un governo totalitario e repressivo controlla qualsiasi aspetto della vita dei cittadini, tempestando la popolazione di messaggi propagandistici, manipolando la storia (alterazione delle tracce scritte), e inventando una nuova lingua, lessicalmente più povera dell’inglese standard, che riduce la capacità di espressione e di pensiero. Inquietante. /5
24) Il guardiano notturno, di Louise Erdrich (in lettura).
Buone letture a tutti.
Di Flavia Bor
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