Facciamo memoria per…perdonare – IL GIGANTE SEPOLTO Kazuo Ishiguro 

Facciamo memoria per…perdonare – IL GIGANTE SEPOLTO, di Kazuo Ishiguro

“Ritengo che la cosa migliore sia affrontare alla fine le proprie memorie più oscure”

Inghilterra, periodo arturiano.

Pochi personaggi: una coppia di anziani alla ricerca del figlio, un guerriero giovane e forte, il suo piccolo discepolo, un vecchio e stanco cavaliere, nipote del mitico Re Artù, insieme al suo ronzino…e un drago femmina.

Una nebbia fitta e implacabile avvolge tutto e precipita tutti in un oblio senza scampo.

Solo queste le coordinate de Il gigante sepolto, romanzo fantasy del premio Nobel Ishiguro.

Pochi tratti con cui ha costruito un mondo fantastico, con atmosfere epiche molto vicine al mondo di Tolkien, e al centro di tutto due tematiche: la memoria e il perdono.

Tematiche che vengono declinate sia a livello individuale che collettivo.

Il gigante sepolto è una metafora universale.

Individuale quando tratta l’amore tra Beatrice e Axl, i due anziani alla ricerca del figlio.

Innamorati perdutamente l’uno dell’altra, ma innamorati di un amore che ha perso il suo passato.

Non hanno più ricordi delle loro zone di buio, la nebbia ha portato via tutto, i ricordi belli e quelli brutti, e il loro amore è cresciuto restando solo in superficie.

Collettivo quando si tratta di due popoli, i Britanni e i Sassoni, in continua lotta tra loro prima che la nebbia magica piombasse su di loro e li facesse vivere in una pace “apparente”, una pace imposta, un equilibrio precario.

Tutto sembra essere come la superficie calma e placida del mare…già, ma subito sotto le correnti restano implacabili.

Ma se tutto questo è imposto, se l’oblio non è voluto, la rabbia e il rancore non spariscono, restano semplicemente sottopelle.

E se il sortilegio dovesse finire, se la nebbia dovesse diradarsi e la memoria individuale e collettiva dovesse ritornare, cosa ne sarebbe della storia d’amore di Axl e Beatrice e della pace tra Sassoni e Britanni?

Ecco allora che entra in gioco la seconda tematica, il perdono.

L’uomo è in grado di perdonare un torto subito, un tradimento, una vendetta?

Un popolo può passare sopra a morti impuniti, a massacri, a guerre di conquista?

Il tempo è in grado di sanare le ferite?

Come si può passare sopra ad una cicatrice senza inciampare nell’origine di quella cicatrice, e ripiombare nei vecchi dissidi?

Difficile e quasi impossibile, credo rispondere. L’uomo non è capace di perdonare, il perdono, come dice Ishiguro, è solo una recita.

Io credo che il perdono sia solo divino.

Certo che a volte dimenticare, o non voler ricordare, è necessario al cuore, può servire a tirare un sospiro di sollievo, può aiutare a vivere meglio, a volte la memoria è un peso così gravoso da rischiare di schiacciarti.

Forse una società che rammenta troppo non esce dalle guerre.

Lo stesso pericolo pesa sui rapporti personali. Spesso l’oblio di zone negative sostiene una relazione.

A volte è meglio dimenticare per consentire all’amore di vivere.

Ma alla fine prevale sempre la consapevolezza, non si può costruire nulla senza solide basi, i rapporti senza passato inevitabilmente si sgretolano, perché si fondano sul nulla.

A questo punto la domanda resta aperta: Facciamo memoria? E’ necessario sempre fare memoria? E’ utile fare memoria? Quando invece è il caso di non ricordare? E fare memoria è sempre sinonimo di qualcosa di positivo?

I ricordi uniscono o dividono?

Non ho una risposta ovviamente, e credo che neanche ci sia, sicuramente Ishiguro non mi ha fornito la soluzione a questo dilemma, e credo che neanche sia stato il suo intento. Ma mi ha spinto a riflettere, molto, sia a livello personale che universale.

Quanto farebbe comodo una nebbia di oblio in questo periodo? Chissà forse dimenticando i torti subiti, le manie di grandezza, le vendette ancestrali, gli odi atroci, la smania di espansione, i deliri di onnipotenza…tante guerre nel mondo non ci sarebbero…forse abbiamo bisogno per un po’ del fiato magico del drago Querig e dimenticare tutto almeno per un po’…

Buona lettura!

IL GIGANTE SEPOLTO

KAZUO ISHIGURO

Di Cristina Costa

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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