SOTTO LA CITTÀ  Arnaldur Indridason

SOTTO LA CITTÀ, di  Arnaldur Indridason (TEA)

Cosa nasconde l’omicidio di un uomo anziano che vive appartato nel tetro abbandono di uno squallido seminterrato di Reykjavik e viene trovato nella sua maleodorante abitazione col cranio fracassato da un pesante portacenere di vetro? Non pare che si tratti solo della banale violenza di un balordo in cerca di soldi. Quell’uomo è forse più colpevole di colui che gli ha tolto la vita: è ciò che pensa il commissario Erlendur leggendo le tre parole che l’assassino ha lasciato sul luogo del delitto. Il poliziotto si mette, così, sulla strada di una indagine apparentemente meno credibile, però più profonda: scoprirà un mondo di brutale crudeltà e di antico dolore che ancora trascina le sue funeste conseguenze fino al loro infelice epilogo.

Quante volte, leggendo un giallo anche degli autori più seguiti dal pubblico, accade di trovare pezzi o interi capitoli messi lì senza che abbiano a che fare granché con la trama dell’opera e che non servono al formarsi della storia che stiamo seguendo. E quante volte questi intermezzi poco giustificati ci paiono avere lo scopo di far diventare libro un racconto i cui autentici contenuti occuperebbero la metà dello spazio.

Non è così per questo splendido romanzo di Arnaldur Indridason. Nella sobria prosa, sfrondata di inutili ornamenti, dello scrittore islandese non c’è una pausa vuota, non una caduta di tono o un intervallo che sappia di inutile riempitivo: la storia si disvela senza interruzioni, ma il susseguirsi dei suoi eventi non ha l’ansia del thriller, possiede, piuttosto, il fascino dell’indagine sui delitti, sui tormenti e sulle sofferenze che da quei crimini conseguono, condotta da Erlendur con la sensibilità allenata dalle angosce della propria esistenza. Tutto questo ci rende partecipi delle vicende che si succedono nel libro e ci avvolge con la loro intima narrazione.

Ne sono certo: non vi pentirete di riservare ad Arnaldur Indridason una parte del vostro tempo dedicato all’accogliente piacere della lettura.

Recensione di Giovanni Rossi

SOTTO LA CITTÀ  Arnaldur Indridason

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