LA TUA VITA E LA MIA è uno dei tre volumi tradotti in italiano, che ha fatto seguito al più famoso IO NON MI CHIAMO MIRIAM.
La vicenda narrata si svolge con dei salti temporali di una cinquantina di anni circa, dal 1962 al 2013, da quando cioè la protagonista, Märit, – un’apprezzata giornalista ora in pensione – era ancora adolescente, fino al settantesimo compleanno suo e del gemello Jonas, con cui non ha mai condiviso un buon rapporto sin dall’infanzia.
Ad interpellarla è Kajsa, sua cognata e, a suo tempo, la sua migliore amica.
Pur contro la propria volontà, Märit accetta l’invito poco convinta: non vuole tornare a Norrköping dove è nata e dov’è conservato tutto il suo passato, che la farebbe ripiombare in vecchi dispiaceri mai sopiti.
In più, dove alloggerà è niente meno che la casa natale, piena di ricordi amari, dove adesso vivono ancora Jonas e sua moglie.
Nonostante ciò, intraprende lo stesso quel viaggio presaga di chissà quante altre oscure rivelazioni dovrà esser costretta ad apprendere ancora.
Märit era venuta al mondo con una sorella e un fratello. Di questi, gli unici sopravvissuti erano stati solo lei e Jonas: l’altra gemella era morta poco dopo.
Ma non aveva solo Jonas per fratello, bensì anche Lars, il maggiore, un ragazzo disabile fisicamente e mentalmente, il quale, dopo la morte della madre, era stato portato via e di cui non si era saputo più niente.
Strada facendo, però pensa bene di fermarsi prima a Lund, città dove ha vissuto uno degli episodi più incisivi della sua giovane vita di matricola della facoltà di Medicina…
Ne LA TUA VITA E LA MIA, Majgul Axelsson analizza a fondo l’animo umano scandagliandolo fin nei recessi più reconditi e proibiti, quelli che toccano i sentimenti umani più negativi, passando per la malattia e l’alienazione mentale, fino a una rinascita e presa di coscienza di sé stessi come individui a sé stanti.
Ma c’è di più.
Oltre all’analisi dell’animo umano, la Axelsson, in questo libro, ha messo in luce degli episodi vergognosi accaduti realmente negli istituti psichiatrici ai danni dei pazienti, i quali, nella maggior parte dei casi, soccombevano morendo per le violenze subite.
LA TUA VITA E LA MIA è un romanzo cupo, se così si può definire (ma allo stesso tempo poetico nello stile), in cui vengono denunciate delle brutture umane inenarrabili, mitigate però dall’elegante e abile scrittura dell’autrice, capace di catturare il lettore sin dalla prima pagina, grazie alla sensibile delicatezza con cui è stata capace di trattare certi argomenti tabù.
È per questo che non mi sento di indicarne la lettura solo a una determinata fascia di lettori più forti emotivamente, bensì a tutti, soprattutto a coloro che si sentono più portati verso le tematiche più forti a sfondo sociale.
Non è la prima volta che Majgul Axelsson, classe 1947, affronta tematiche a tinte forti.
Nelle precedenti opere, comprese le inchieste giornalistiche, ha trattato questioni spinose come la prostituzione infantile nel Terzo mondo, la povertà in Svezia, il “problema” ebraico, ecc.
Peccato che solo di recente l’Italia si sia accorta di questa brava autrice le cui opere, per il momento, sono solo tre: il presente volume (2017), il bellissimo IO NON MI CHIAMO MIRIAM (2016) e STREGA D’APRILE (1997).
La tua vita e la mia (Majgul Axelsson)
Traduzione di Laura Cangemi
Edizioni Iperborea
Recensione di Lena Merlina
LA TUA VITA E LA MIA Majgull Axelsson
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