L’EDITORE PRESUNTUOSO, di Sandro Ferri (E/O)
Ho appena terminato di leggere un delizioso libriccino, scritto da un editore, già libraio in gioventù, Sandro Ferri, creatore, insieme alla moglie Sandra, della preziosa casa editrice E/O (unica pecca del libro, non spiega perché hanno chiamato così la casa editrice).
Senza mai essere saccente, criptico, presuntuoso (al contrario di quanto recita, con evidente sense of humour, il titolo), Ferri alterna i capitoli della sua biografia di editore a quelli in cui parla con uno sguardo disincantato, in quanto ormai editore di successo, dello stato della piccola editoria in Italia. Si sofferma sulla figura preziosissima, e da difendere come i panda, dell’editore-soggetto, ossia, banalizzando, dell’editore che pubblica i libri facendosi guidare quasi esclusivamente dall’amore per essi (con uno sguardo ai conti). L’omicidio di questa figura di editore (anche se qualcuno di loro sopravvive, tra mille difficoltà) ha numerosi mandanti e Ferri ce li elenca con dovizia di particolari e cognizione di causa. Belli e molto interessanti i suoi excursus su alcune grandi case editrici che hanno fatto la storia recente dell’editoria italiana: Feltrinelli, Einaudi e, soprattutto, Adelphi, elencandone gli indubbi meriti ma non sottacendone le pecche. Ci dice la sua, insomma, ed è un’opinione quantomai stimolante. L’editore di alcuni miei autori di culto, quali Jean Claude Izzo ed Èric-Emmanuel Schmitt, e di libri che ho regalato decine di volte come “Il minotauro” di Tammuz e Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, ci apre, con questo libro, le pagine appassionanti della sua vita di editore (e anche un po’ di quella privata) ed è, vi assicuro, un bel leggere.
Ah, a proposito, ci parla anche dei best seller, Ferri, verso cui non ha nessuna preclusione snobistica. Tutt’altro. La sua casa editrice è stata salvata dai casi editoriali, scelti sempre, però, facendosi guidare dall’amore quando i libri in questione erano ancora in bozza o appena terminati, “L’eleganza del riccio” (che ho letto e che mi è piaciuto), “Amabili resti” della Sebold (che non ho letto, ma che mi propongo di leggere) e dalla saga dell’”Amica geniale” (che non ho letto e non voglio porvi rimedio).
Prossima mossa, per quel che mi riguarda? Recuperare al più presto”I ferri dell’editore”, il libro che Ferri ha scritto prima di questo.
Recensione di Arturo Bandini Molise
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