DONNAFUGATA, di Costanza DiQuattro (Baldini+Castoldi)
Sono entrata in libreria con l’intento di acquistare un altro libro consigliatomi da un’amica ma non era disponibile. La libraia mi propone questo assicurandomi che è pieno di personaggi femminili con storie e sfumature caratteriali, come piacciono a me. Inizio la lettura e mi trovo, con mia sorpresa, di fronte al Barone Corrado Arezzo, dominus del libro e di questa storia narrata con uno stile scorrevole e corposo. Amo molto le storie ambientate in Sicilia, mia terra d’adozione, la descrizione dei paesaggi assolati, l’intercalare del dialetto che colora ogni espressione rafforzandola di un vigore antico. Il Barone è uomo dell’ottocento, secolo tumultuoso per la nostra nazione. Inevitabile il ricordo del più famoso principe di Salina di fronte al quale devo dire non sfigura.
Corrado Arezzo è un uomo colto, illuminato che abbraccia la causa sabauda pentendosene quando i piemontesi dimostrano di tartassare la sua gente e la sua terra.Lui è un marito affettuoso, un padre amorevole e comprensivo, un amico fedele e un padrone giusto e non altezzoso. Un uomo che vive dolori profondi ,che assiste impotente alle sciagure che investono le donne della sua vita. Il libro è ben strutturato con continui salti tra passato e presente che ci consentono di ripercorrere la sua infanzia ,la sua ascesa di politico e la sua vita personale.
No,non ci sono particolari caratterizzazioni femminili in questo libro o quanto meno non sono preminenti, ma questo personaggio maschile che fa i conti col tempo che passa,con la solitudine ,con il legame alla sua meravigliosa terra riempie di emozioni e trasporta in una Sicilia remota, feudataria, fatta di nobili e di tenute imponenti come il castello di Donnafugata. Unico difetto del libro è quello di averci regalato un protagonista troppo perfetto, troppo equilibrato, con nessun vizio e sbavatura ma forse è proprio questo che lo rende rassicurante .A volte abbiamo bisogno di rifugiarsi nell’irrealtà della fantasia per accettare una realtà ben diversa.
Recensione di Rossana Pescatore
L’IRA DI DIO Costanza DiQuattro
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