Ci ha lasciato la scrittrice Hilary Mantel, la ricordiamo con il suo libro più conosciuto: WOLF HALL

Ci ha lasciato la scrittrice Hilary Mantel, la ricordiamo con il suo libro più conosciuto: WOLF HALL

 

WOLF HALL, di Hilary Mantel (Fazi)

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Da figlio del fabbro a consigliere del re: questo è Thomas Cromwell, figura storica di cui la Mantel ricostruisce le fortune in una trilogia ormai famosa. “Wolf Hall” è il primo libro della serie e ci immerge nel mondo di intrighi e segreti della corte di Enrico VIII, senza tradire la cornice storica, con un pregevole stile narrativo e ottimi dialoghi.

Cromwell, ragazzino maltrattato dal padre e che vive di espedienti, nel tentativo di sfuggire al genitore violento fugge in Francia, dove presta servizio come mercenario, e in seguito in altri Paesi; infine, dopo essere diventato avvocato, riesce ad entrare in servizio presso il Lord cancelliere cardinale Wolsey. Cromwell non ci viene presentato come simpatico: anche se è molto attaccato alla sua famiglia, ai figli e ai nipoti, è freddo, cinico, determinato nel raggiungere l’obiettivo di conquistare il potere. Vede il suo principale fallire nell’assecondare i desideri del re, che vuole l’annullamento del matrimonio con la moglie, la figlia di Isabella di Aragona e la zia di Carlo V, quello dell’impero su cui non tramontava mai il sole, per sposare una dama di corte.

La moglie rifiuta recisamente di lasciarlo libero, il Papa rifiuta di decidere sulla questione dell’annullamento, essendo anche prigioniero di Carlo V, la commissione nominata da Wolsey si arena: tutto ciò porta alla caduta di Wolsey, accusato di tradimento. Cromwell non cade in disgrazia come lui, ma lega le proprie fortune a quelle di Anna Bolena, che impara ad apprezzare per la scaltrezza, mentre disprezza la sua troppo ambiziosa famiglia.

Le figure femminili sono molto interessanti nel libro della Mantel, che offre non solo spazio ad Anna ma molto risalto e giusto riconoscimento alla forza d’animo di Caterina e della figlia.

Nella narrazione viene inserito anche il famoso Tommaso Moro, che oltre a scrivere “Utopia” ed essere fervente cattolico e uomo coltissimo, si rivela anche spietato torturatore di eretici, in particolare i luterani che non riconoscono l’autorità papale, contestano alcuni dei sacramenti e vogliono leggere la Bibbia nella propria lingua, senza l’’intermediazione dei sacerdoti.

Pure Moro cade presto in disgrazia, perché rifiuta il giuramento sull’Atto di Supremazia, il provvedimento preparato da Cromwell per spianare la strada al matrimonio con Anna Bolena, con cui il re diventa anche capo della Chiesa d’Inghilterra e può confiscare i beni di chi rifiuta di giurare. Lo scontro tra Cromwell, che è diventato sempre più potente e vuole salvarlo, e Moro, che si rifiuta di giurare, e le loro rispettive argomentazioni è una delle parti più belle del libro.

Ci sono dei difetti nel libro, perché alcuni avvenimenti non sono troppo chiari.

Una parola sul titolo: sembra una cinica presa in giro degna di Cromwell, perché, anche se parla dei Bolena e della loro ascesa, ci introduce già verso un’altra famiglia e un’altra moglie di Enrico VIII, che solo per caso interessa al nostro protagonista.

Da leggere per chi ama la storia, scritta bene.

Di Eleonora Benassi

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