
RITORNO NELLA CITTÀ SENZA NOME, di Natasha Stefanenko (Mondadori)

Premetto che quando si tratta di libri scritti da personaggi dello spettacolo, sport ecc.ecc. sono sempre un po’ prevenuta, titubante e in genere non li prendo mai in considerazione.
Ma stavolta mi sono ricreduta e devo dire che questo libro scritto a quattro mani da Natasha e Graziella Durante è davvero un bel libro, suggestivo e interessante.
Innanzitutto è stato scritto in maniera fluida, corretta e coinvolgente.
Appassionante e carico di suspense , in alcuni passaggi sembra quasi un thriller.
Siamo agli inizi degli anni ’90 quando l’Unione Sovietica comincia a dare i primi segni di cedimento. È ambientato completamente lì tra Mosca e Sverdlovsk-45 , la città dove Natasha è nata e cresciuta, ma anche una città che NON appare in nessuna mappa geografica, città circondata da filo spinato, città da dove si entra e si esce solo e unicamente con un pass speciale.
Era una città strategicamente e militarmente protetta e segreta, dove erano presenti insediamenti nucleari e dove il papà di Natasha, ingegnere nucleare e responsabile di siti atomici, sparisce improvvisamente senza lasciare alcuna traccia.
Natasha ritorna lì per cercarlo, per capire dove il papà possa essere andato, lo cerca ma ricava davvero poco fin tanto che…
È un libro largamente autobiografico, qualcosa per ragioni di trama è stato aggiunto, ma c’è molto di vero che riguarda la vita di Natasha prima della sua venuta in Occidente e nel mondo della Moda.
Molto viene detto della sua vita all’Università di Mosca fino al raggiungimento della Laurea in Ingegneria Metallurgica, ma soprattutto ci si immerge nell’ atmosfera tipica sovietica , tra freddo e neve, tra pedinamenti e controlli dove ” anche i muri avevano occhi e orecchie”.
Lo consiglio , è un libro che si legge benissimo e che, forse, avrebbe meritato un po’ di pagine in più
Recensione di Maria Cardone
Commenta per primo