EREDITÀ, di Vigdis Hjorth
“Ogni cosa è connessa alle altre. Per chi si muove con le orecchie tese allo scopo di capire, nessuna frase risulta innocente.”
Questo è un romanzo di relazioni familiari, di segreti, di silenzi, di scelte non condivise, di rapporti di sangue complessi.
Protagonista è una eredità che ha un ingrato ruolo: quello di scoperchiare il vaso di una famiglia formata da due genitori e quattro figli, tre sorelle ed un fratello.
Questa eredità risveglia rabbia, disagio e scopre tutte le macerie che ha causato il silenzio negli anni.
I fratelli sono Astrid, Asa e poi Bard e Bergjot.
Il distinguo è necessario.
Bard e Bergjot non hanno rapporti con i genitori le tre due sorelle si.
Questa spaccatura è figlia di un segreto che pesa su tutta la famiglia ma che suscita reazioni diverse in tutti.
C’è chi soffre, chi crede a certe cose e che difende chi ha subito un grande torto e chi invece dice a se stesso e agli altri che non è vero niente e che tutto è frutto di fantasia.
Chi crede e chi nega non possono non entrare in conflitto.
Ed ecco che una famiglia apparentemente rispettabile e sana risulta essere malata, anaffettiva ed incapace di rinsaldarsi.
Vittima Bergljot, figlia, sorella e donna che lotta con il passato e con il presente, che paga uno scotto altissimo recidendo ogni legame con la famiglia pur di difendere se stessa e la sua verità.
Scritto molto bene, con sapienza e precisione, in mezzo a 373 pagine perle di saggezza di Freud e Jung e tanti punti di domanda.
La Hjorth tira il lettore continuamente e lo invita a guardare bene i personaggi, ad osservare ogni dettaglio e a mettersi in discussione con i quesiti posti, svela segreti in modo così sapiente da far restare incollati fino all’ultima pagina.
Libro consigliatissimo.
Recensione di Maria Elena Bianco
Commenta per primo