VIOLETA Isabel Allende

Allende

VIOLETA, di Isabel Allende (Feltrinelli – febbraio 2022)

 

 

Recensione 1

Saper raccontare al femminile ma non solo…
Cara Isabel,
non mi aspettavo più questo libro, però non avevo tenuto conto del tuo temperamento indomabile, della tua invidiabile energia di ottantenne mai vinta.
Così mi sono ritrovata a passare la sera e poi la notte in tua compagnia, come ai tempi migliori.
Diciamo subito – a scanso di equivoci – che la magia della Casa degli spiriti è irripetibile, ma
pensiero magico a parte, ritrovo molti dei temi
trattati nei libri immediatamente successivi.
Anche se non sempre con la stessa fortuna, nella tua lunga carriera, ti sei rivelata come
grande narratrice e ancor più come creatrice
di personaggi vivi più dei vivi, coerenti, riconoscibili. E quei nomi epifani!
Clara, Blanca, Aurora, Violetta. Ogni tua eroina col nome di un colore rivelatore. Anche
Violeta che concilia il blu della meditazione col
rosso della passione.
.
.
Isabel dalla fantasiosa penna, solo tu potevi trovare un personaggio ancor peggio del
maschilista, biecamente conservatore Esteban
Trueba. Ma al confronto con Julian Bravo,
Esteban poteva considerarsi un portatore di
valori anche se discutibili. Bravo e’ il vuoto
assoluto, con tutti i non – valori della società
contemporanea, un vuoto però molto pericoloso per Violeta e i suoi figli.
Sai, cara Isabel, che – come me – ti amano molte lettrici, persino la copertina induce a
pensare ad un certo target con fiori rosa e
Violette che rimandano ad altre rose e ad altre
Violette. Ma ben venga qualsiasi lettura.
Però qui c’è di più.
Aleggia intorno alle storie un ‘atmosfera di moderna epica, facendosi narrazione di eroine
che lottano contro le avversità, di passioni travolgenti, di tempi lunghi dalle lunghe radici.
E sullo sfondo i fatti storici del secolo breve:
pandemie, guerre, crisi economiche, lotte sociali.
La tua Violeta passa attraverso esperienze dure, terribili, spesso per immaturità, altre
volte solo perché il fato esiste.
.
.
Ho in mente le pagine che parlano dell’amore
malato da cui non riesce a sottrarsi e quel
freddo ospedale lontano da tutto dove riceve
la notizia che ” per il dolore non è neppure nominabile”.
Ma la vita di Violeta dura cent’anni, un percorso lungo il quale puo riscattare certe esperienze…
Cara Isabel, è inevitabile – per me – associare
le tue figure di donna al tema del femminismo,
il fil – rouge che attraversa sempre le tue storie.
(Non pensate allo scivoloso me- too di questi
tempi, amiche lettrici.)
Più che femminismo, che sento oggi come un
termine desueto, e’ la giusta rivendicazione di un’autonomia di pensiero e di conseguente comportamento.
Ma la cosa ammirevole è che tu, donna completa e disinibita, mai hai considerato l’uomo come avversario, anzi hai
sempre dichiarato di amare gli uomini, anche
dal punto di vista sessuale.
A parte i casi estremi (vedete – ragazze-quello
che un uomo non deve essere?) anche i personaggi maschili nei tuoi libri sono amorosi
e umani, persone di cui fidarsi per camminare insieme. Anche solo per un tratto limitato ma sincero, donna pragmatica e concreta.
Hasta pronto, Isabel.
.

Recensione di Ornella Panaro

Recensione 2

La storia di una una donna Violeta, che nasce durante pandemia del 192o e arriva centenaria sino alla pandemia del 2020. Il ritratto di una donna speciale, una donna che commette molti errori, una madre che non riesce a comprendere i propri figli sino in fondo, ma che si mette sempre in discussione, ritrova nel ruolo di nonna, quella maternità che non ha saputo pienamente esprimere in età giovanile.

Una donna dalla vita sentimentale movimentata, vari amori nel corso della propria vita, amori anche sbagliati, malati, sino a ritrovare in età matura sè stessa e la propria femminilità. Intorno a lei tante altre figure femminili, donne diverse tra loro, per generazione, vissuti, ma donne sempre pronte a mettersi in gioco. Una donna lontana dagli stereotipi, ma molto moderna.

Mentre Violeta cresce e invecchia, seguiamo un Cile che cambia, dai grandi latifondisti degli anni 20, alla dittatura, al ritorno della democrazia, all’emancipazione femminile. Libro interessante, scritto con lo stile avvincente e coinvolgente dell’Allende.

Recensione di Daniela Balti

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