UN MINUTO DI SILENZIO Siegfried Lenz

UN MINUTO DI SILENZIO, di Siegfried Lenz (Beat)

“Wir setzen uns mit Tranen nieder”: “Ci sciogliamo in lacrime”, canta un coro scolastico nella prima riga di Un minuto di silenzio . Gli studenti si sono riuniti nell’auditorium della scuola per piangere la loro amata insegnante di inglese, la venticinquenne Stella, morta in un incidente in barca. Christian, il narratore diciottenne del racconto, è sia studente che amante di Stella. È attraverso la sua prospettiva che assistiamo al lutto e alla serie di eventi che hanno portato alla morte prematura dell’insegnante. Il racconto è malinconico e nostalgico poiché cattura non solo un amore perduto, ma descrive anche un’epoca caratterizzata da un tempo più semplice, decenni dopo la guerra, ma ancora prima della caduta del muro di Berlino. Un tempo in cui le lente giornate estive sembravano ancora più lente senza cellulari o computer.

Ambientato in un idilliaco villaggio di pescatori sul Mar Baltico, il romanzo cattura la vita nella zona rurale e costiera vicino al confine danese in un modo unico. Siegfried Lenz (uno dei più importanti romanzieri tedeschi moderni) dipinge un ritratto poetico del clima insolito nelle regioni settentrionali della Germania, un luogo dove gli elementi sono imprevedibili e la vita continua anche se le tempeste si abbattono sul vasto paesaggio marino. Mentre racconta il modo in cui i due amanti navigano sul confine tra il frutto proibito e l’esperienza adulta, il narratore crea cambiamenti nel tempo, spostandosi tra la veglia pubblica e i ricordi di Stella che riaffiorano in Christian

 

 

Allo stesso modo, la narrazione di Christian passa da una narrazione in prima persona a una che sembra rivolgersi direttamente a Stella: una mossa stilistica che aggiunge atmosfera e intimità alla storia.

 

Questi cambiamenti aggiungono profondità a una storia già intensa. Pare che Siegfried Lenz abbia scritto il romanzo dopo la morte di sua moglie e come omaggio a lei – e in effetti un dolore malinconico si avverte in ogni parola, ma non è una tristezza di quelle che abbattono, bensì di quelle che fanno pensare

 

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