LA MALNATA Beatrice Salvioni

LA MALNATA, di Beatrice Salvioni (Einaudi – Marzo 2023)

 

“Leggendo le prime pagine de La Malnata ho avuto la sensazione purissima di trovarmi di fronte a una scrittrice” ha scritto qualche giorno fa Rosella Postorino. È quello che è accaduto, molto più modestamente, anche a me. Alla fine della prima pagina ero senza fiato. Già conquistato.

La Malnata porta male, bisogna starle lontano. La Malnata è un demonio, non bisogna parlare, non bisogna nemmeno nominarla. Queste le voci che circolano per le vie di un paese della Brianza, sulle rive del fiume Lambro. Siamo nel 1936, in pieno regime fascista, all’alba della guerra d’Etiopia.

In realtà questa fiera e ribelle ragazzina si chiama Maddalena, e quello fra lei e Francesca, voce narrante di queste pagine, diventa presto molto più di un rapporto di amicizia.

“Mi sembrava che il mondo iniziasse da lì” dice Francesca dopo uno dei loro primissimi incontri.

C’è qualcosa di magnetico, una forza irresistibile che Maddalena sprigiona e che rapisce Francesca, figlia di una famiglia benestante. Da qui le prime fughe verso avventure spericolate, le prove di coraggio, le bugie dette ai genitori e stratagemmi sempre nuovi per poter uscire di casa e raggiungere di nascosto la “sua” Maddalena.

“Nel mondo della Malnata si gareggiava a farsi graffiare dai gatti e il dolore si leccava via insieme al sangue. Era un mondo in cui non si poteva giocare a far finta di essere qualcosa che non eri e si parlava coi maschi guardandoli negli occhi.

Lo osservavo ferma sull’orlo, il suo mondo, pronta a scivolarci dentro. E non vedevo l’ora di cadere”.

È questo probabilmente ad avermi conquistato più di ogni cosa, già dalla prima pagina. Quel senso del proibito, quello stare sull’orlo, in precario equilibrio. Quell’atmosfera sospesa, fra un mondo che si regge su regole antiche, sulle superstizioni, sul conformismo e sulla paura e la voglia di riscatto, il non piegare la testa ad ogni sopruso, ad ogni violenza, ad ogni prevaricazione. Quel senso di ribellione, quindi il pericolo, che rappresenta l’amicizia fra due spiriti liberi. Quel senso di modernità.

È una scrittura potente quella di Beatrice Salvioni. Le sue sono pagine che sprigionano fortissimi odori di tabacco e acqua di colonia, continui richiami a percezioni sensoriali, corporali, tensioni di muscoli, e tendini, e cosce contratte, e sudore, fango e acqua fredda di fiume sulla pelle, sangue che sgorga dai tagli e dalle ferite.

Una storia di coraggio e amicizia, che ci racconta, fra l’altro, di quanto coraggio occorra in amicizia.

Recensione di Valerio Scarcia

LA MALNATA Beatrice Salvioni

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