La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga – L’Investigatore dell’incubo Dylan Dog (creato da Tiziano Sclavi)
Puntata n. 60
Vai alla Prima Puntata
Vai alla Puntata n. 61
Vai alla Puntata n. 59
L’INVESTIGATORE DELL’INCUBO: DYLAN DOG
[Piccola premessa: quanto segue è il ritratto narrativo del Dylan Dog “classico”, non tiene quindi conto dei tanti cambiamenti che il personaggio ha subito nel corso degli anni, soprattutto i più recenti] Londra, Craven Road (omaggio al celebre regista Wes Craven), un vecchio maggiolino Wolkswagen mezzo scassato parcheggiato di fronte a una porta rossa con un campanello urlante, provate a suonare e, se riuscirete a sopravvivere alle battute insostenibili di Groucho (sosia del celebre Groucho Marx, spalla tuttofare e comico mancato) vi troverete di fronte a un soggetto del tutto peculiare, dalla fisionomia incredibilmente somigliante a Rupert Everett, vestito sempre uguale con giacca nera, camicia rossa, jeans e scarpe marroni (con gli stessi ricambi nell’armadio), insomma ecco a voi Dylan Dog! il personaggio nato dalla mente di Tiziano Sclavi e comparso nel mondo editoriale nel 1986 con l’albo “L’alba dei morti viventi”, ha una storia piuttosto complessa e solo in parte svelata gradualmente nel corso delle sue avventure.
Persona dal carattere schivo e spigoloso, lontano dalla mondanità e dalla tecnologia-rifiuta l’uso dei cellulari e mostruosità simili- il nostro conduce una vita fatta di belle donne (ogni volta si innamora e pensa che sia per sempre!), una dieta vegetariana e una casa ricca di ammennicoli horror; suona il clarinetto ma conosce solo “il trillo del diavolo” di Tartini, porta avanti senza successo la costruzione del modellino di un galeone a cui sente associato qualcosa della sua vita piena di enigmi e la sua imprecazione piu frequente è “Giuda ballerino”, invero piuttosto simpatica; in tutto questo aspetta sempre che arrivi la telefonata di una cliente che lamenti la presenza di uno spirito sumero nel suo frigorifero.
Le sue avventure spaziano tra cattivi reali, mostri ed entità soprannaturali (senza scordare qualche episodio surreale tipico di Tiziano Sclavi), ma ogni volta il nostro ha un solo pensiero, anzi una speranza, che la rivoltella che il suo assistente gli passa al volo non si inceppi. Il suo metodo di indagine parte sempre e comunque dall’osservazione della realtà, escludendo in partenza ciò che non si può spiegare razionalmente ma allo stesso tempo non chiudendo le porte a niente, arrivando ad accentare l’aiuto di amici investigatori, medium e delle figure più disparate o più o meno raccomandabili.
Unico il suo rapporto quasi filiale con l’ispettore Bloch di Scotland Yard (i due si chiamano rispettivamente vecchio e old boy), un rapporto che ha origine dalla prima occupazione del nostro come agente di polizia, ben raccontato nell’albo “Finché morte non vi separi” (dove conosciamo il grande amore di Dylan Dog, Lilly, una giovane attivista dell’I.R.A.) e nel “numero 200”. Tanto pronto all’azione e alle sfide paranormali Dylan tanto più istituzionale Bloch, alle soglie della pensione e con il costante bisogno di antiemetici che lo aiutino a sopportare la vista dei macabri spettacoli che gli si presentano puntualmente.
L’infanzia di Dylan Dog è un tema piuttosto complesso da sviluppare (in parte recuperabile nel numero 100), e piuttosto contorto aggiungerei, così come vario è il panorama dei suoi antagonisti tra i quali spicca comunque il terribile dottor Xabaras, già presente nel primo albo e intento a cercare di creare un siero capace di riportare in vita i morti, un personaggio indubbiamente malvagio ma che con Dylan Dog ha qualcosa di più profondo come legame. Una cosa da aggiungere, in conclusione, è il fatto che spesso le avventure di Dylan Dog tocchino temi profondi e affatto scontati o che partano da eventi di cronaca particolarmente drammatici, portando con sè interessanti spunti di riflessione. E se non tutti gli albi sono all’altezza, il valore letterario di questo personaggio è indiscutibile e la sua multisfaccettature rende ancora più intriganti e avvincenti le sue avventure.
Di Enrico Spinelli
Commenta per primo