CUJO Stephen King

CUJO, di Stephen King

 

 

“Ma c’era, papà. L’ho visto. Davvero.”

“I mostri non esistono, Tad, ci sono solo nelle storie inventate e nella tua mente”

Chi conosce il Re lo sa…sa che nei suoi libri i mostri non sono solo “lupi mannari, vampiri, mangiacadaveri, innominabili creature di boschi o ghiacciai”.

Nelle storie del Re i mostri siamo soprattutto noi.

E sono proprio i bambini che sono più attenti, sono più ricettivi, non solo verso ciò che è Bene ma anche verso ciò che è Male, che li sentono per primi, li vedono per primi, li percepiscono prima, perché privi di orpelli e condizionamenti.

Perché noi “grandi” i mostri non li vogliamo vedere.

 

 

Cujo è apparentemente una storia semplice.

Una famiglia “apparentemente” felice: madre casalinga, papà pubblicitario e il piccolo Tad. Un’altra famiglia “apparentemente” normale: madre casalinga, moglie devota e madre amorevole, papà meccanico un po’ burbero, molto capace nel suo lavoro, un figlio un po’ ingenuo che vuole solo compiacere il papà.

E poi c’è lui, Cujo, “apparentemente” un innocuo San Bernardo di cento chili, un patatone coccoloso che però si ammala di rabbia.

“Scese nell’acqua, bevve a lungo. Si rotolò nella corrente, cercando di lavar via quel saporaccio dalla bocca, cercando di pulirsi della terra e dell’olezzo umido del calcare, cercando di togliersi di dosso quella sensazione di CANECATTIVO”.

Questi sono i pochi ingredienti a disposizione del Re per scrivere un libro cult che va oltre “l’apparentemente”. Non penso di svelare nulla nel dire che il protagonista del libro è proprio questo cagnolone che ad un certo punto impazzisce e diventa un mostro assassino.

Per chi non ha letto il libro ci sono trailer del film in ogni dove.

 

 

E come sempre accade quando si ha a che fare con il Raccontastorie per eccellenza questa è la prima e più superficiale trama.Quella più immediata, quella che ovviamente arriva per prima.

Ma Cujo è molto di più di un cane morso da un pipistrello mentre allegramente rincorre conigli. Cujo è vittima di un veleno subdolo, di un male dilagante che distrugge il cervello, di una malvagità che non è semplicemente rabbia.

“…ma il male correva con lui, ronzando e cicalando, angosciandolo con dolorosi pensieri di odio e assassinio. Si mise a rotolare nell’erba alta, mordendola, roteando gli occhi.”

Dal momento preciso in cui Cujo viene morso, il veleno non scorre solo nelle sue vene, ma inesorabilmente si insinua a Castle Rock, cittadina del Maine, nelle vite delle due famiglie protagoniste, distruggendo tutto “quell’apparentemente” che c’era all’inizio.

“Le lacrime avevano portato via gran parte del suo terrore. Gli erano rimaste solo scorie dolorose di collera. Era un’altra radice dell’albero genealogico della sapienza. La collera era la parola giusta. Era peggio che in collera. Era furibondo. Era come se fosse stato punto da qualcosa. Intuiva che sarebbe stato pericoloso se fosse rincasato in quello stato d’animo…pericoloso per tutti e tre.”

 

 

E allora non solo Cujo diventa un CANECATTIVO, ma tutti varcano la soglia sottile che c’è tra Bene e Male, tra giusto e sbagliato, tra sogno e incubo.

C’è molto di più della storia di un cane malato…

…c’è il piccolo George di It e il suo impermeabile giallo,

…ci sono i sogni che sono semplicemente altri livelli di realtà,

…ci sono le sensazioni che contano più dei fatti,

…c’è la fatalità e l’inconscio che parlano di più delle parole dette a chiara voce,

…ci sono i tempi morti della narrazione che terrorizzano più delle azioni.

In tutto questo c’è la penna sopraffina di King che tratta Cujo con rispetto e delicatezza. Non lo si riesce ad odiare, io da lettrice non ci sono riuscita, ha lottato con tutto sé stesso contro questa malvagità che non gli apparteneva ma ne è rimasto vittima, mentre in un giorno di sole, spensierato, correva per gioco dietro ad un coniglio…

“Cujo si sedette, alzò il suo naso orribilmente maciullato verso il cielo e ululò una volta. Fu un suono cupo e traboccante di solitudine”

Sempre e per sempre alla corte del Re!

“Il mondo era pieno di mostri e non c’era niente che potesse impedirgli di mordere gli innocenti e gli incauti”

Buona lettura!

 

Recensione di Cristina Costa

CUJO, di Stephen King

 

 

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