IL RAPPORTO TRA MUSICA E LETTERATURA: quali sono le canzoni più famose che si ispirano ai classici?

IL RAPPORTO TRA MUSICA E LETTERATURA: quali sono le canzoni più famose che si ispirano ai classici?

In questi giorni sanremesi, trovo interessante fare una riflessione sul rapporto tra Musica e Letteratura. Riassumendo il più possibile, nell’antica Grecia con il termine “mousikè” si intendevano le Arti ispirate dalle Muse – in particolare la musica, la poesia e la danza. La fusione tra musica, gesto e parola ha dato vita ai generi teatrali-musicali della tragedia e della commedia, e ha permesso all’Iliade e all’Odissea di essere diffuse oralmente. Nel Medioevo uno dei generi più popolari era la “ballata”, una sorta di canzone ballabile che narrava storie tratte dal repertorio dei racconti popolari o di carattere storico, che è proseguito anche in epoche successive, producendo capolavori come “La ballata del Vecchio Marinaio” di S.T. Coleridge, manifesto del Romanticismo.

Per alcuni la funzione della musica rimane quella di accompagnare un testo, ma non si può negare come possa anche essere la fonte ispiratrice. Montale, ad esempio, disse di aver scoperto la poesia grazie alla musica del pianista e compositore francese Claude-Achille Debussy. In alcuni cantautori è labile la distinzione tra poesia e musica, non a caso Bob Dylan nel 2016 è stato insignito del premio Nobel per la Letteratura. Ma se la musica ha da sempre ispirato poeti e scrittori, è anche vero il contrario.

Tra i casi più celebri:
– i Rolling Stones, in “Sympathy for The Devil”, si rifanno a “Il maestro e Margherita” di Bulgakov;
– i Queen nella celebre “Bohemian Rhapsody” si ispirano a “Lo straniero” di Albert Camus;
– gli Oasis in “Don’t Look Back In Anger” si ispirano nel titolo e nel ritornello alla commedia teatrale “Ricorda con rabbia” (Look Back in Anger) di John Osborne;
– Bruce Springsteen in “The Ghost of Tom Joad” propone una rilettura in chiave moderna di Furore di John Steinbeck;
– “Per chi suona la campana” di Ernest Hemingway dà il titolo a un inno contro la guerra dei Metallica;
– Kate Bush nel suo primo singolo si immedesima nella protagonista di Cime tempestose di Emily Brontë;
– “Rime of the Ancient Mariner” degli Iron Maiden si rifà all’omonima ballata di Coleridge;
– i Nirvana in “Scentless Apprentice” citano il Profumo di Patrick Suskind;
– i Led Zeppelin in “Ramble On” e “The Battle of Evermore” prendono ispirazione da “Il Signore degli Anelli”.
E in Italia?
– Fra i più noti, Fabrizio De André con Geordie riprende una famosa ballata britannica del XVI secolo e con l’album “Non al denaro, non all’amore né al cielo” celebra l’“Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters.
– Francesco Guccini si è ispirato a numerosi classici della letteratura e fra le tante si può citare ad esempio “Cyrano”, una rilettura del Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand.
– Battiato in “Invito al viaggio” cita una poesia di Baudelaire, mentre Edoardo Bennato nei suoi due album “Burattino senza fili” e “Sono solo canzonette” si rifà rispettivamente a “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi e “Le avventure di Peter Pan” di James Berry.

Naturalmente ci sarebbero ancora tantissime altre canzoni da citare, e magari nei commenti ognuno si può divertire a farlo, ma il punto è che in un certo senso una distinzione tra musica e letteratura non c’è. Perché in fondo conta solo quello che ci comunicano. Quello che ci fanno vivere. Anche solo viaggiando con la fantasia, lassù, seguendo “la seconda stella a destra, e poi dritti fino al mattino”.

Di Massimiliano Caruso

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