I quattro racconti più classici del Re: STAGIONI DIVERSE Stephen King

I quattro racconti più classici del Re: STAGIONI DIVERSE Stephen King (Sperling & Cupfer)

 

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“L’unico motivo per cui uno scrive delle storie è per poter capire il passato e prepararsi per una qualche futura mortalità; è per questo che tutti i verbi nelle storie sono al passato, mio buon Keith, anche in quelle che vendono milioni di copie di paperback. Le uniche due forme d’arte utili solo la religione e la narrativa”

King è la mia via di fuga dalle fatiche di un anno pesante, dalle “fatiche” di certe letture, necessarie certo, ma comunque impegnate e impegnative.

E’ uno scrittore pop che riesce a toccare certe profondità del cuore come pochi altri.

Avevo questo libro nella mia libreria girevole da qualche anno.

Mi sono finalmente decisa a tirarlo fuori questa estate.

Si tratta di 4 racconti, 4 novelle, vista la lunghezza.

Una per ogni stagione.

Una diversa dall’altra.

Una più bella dell’altra.

Quattro storie in bilico tra fantasia e incubo, avventura e orrore.

 

 

 

La primavera ha come protagonista due uomini, un bianco e un nero, una prigione, una grande amicizia, una speranza di vita migliore. La tenacia e la determinazione, la forza di credere in sé stessi e soprattutto la volontà di mantenere la propria identità in un luogo dove tutto questo è quasi impossibile, perché a volte assuefarsi a certe situazione è più facile che prendere in mano la propria vita e lottare per darle una svolta.

A volte lasciarsi vivere è l’unico modo per sopravvivere.

L’estate è la storia di un rapporto malato tra un vecchio criminale nazista e il classico giovane americano bello al di fuori tanto quanto disturbato dentro.

Un tragico gioco con il passato, “quel” passato pericoloso come una supernova. Rievocare certi fantasmi può essere fatale e certe porte una volta riaperte possono risucchiare in un abisso più nero che mai.

Due mondi, due culture, due generazioni deviate, si alternano in un macabro gioco del gatto col topo, vittima e carnefice, prima l’uno poi l’altro.

Una storia agghiacciante.

 

 

 

L’autunno l’ho visto come una splendida anticipazione del grande capolavoro “IT”, un embrione del Club dei Perdenti.

Quattro amici alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo scomparso, lo cercano per avere un po’ di notorietà e qualche intervista nei notiziari.

Il loro alla fine è un viaggio interiore, un viaggio di crescita, partono poco più che adolescenti e tornano che sono adulti, cambiati nell’anima per sempre.

Si scontrano con la natura, con il tempo, con la paura, con gli adulti, con sé stessi.

E infine abbiamo un racconto di Natale surreale e macabro, l’inverno, forse il più horror dei quattro, quello che ai più piace meno ma che io ho trovato semplicemente meraviglioso.

C’è Poe, c’è il gotico, c’è il noir, ci sono atmosfere fumose e inquietanti e c’è una madre che farà di tutto per far nascere il suo bimbo la Vigilia di Natale.

King è un re nel portarti dentro i suoi mondi che sono molteplici.

Le sue non sono mai semplici storie, sono viaggi, sono scoperte, sono rivelazioni e sono passaporte per altri mondi.

Sempre e per sempre alla corte del Re!

Buona lettura

“Spero che ti sia piaciuto, lettore; che abbiano fatto per te quello che ogni buon racconto dovrebbe fare…farti dimenticare per un po’ la realtà che ti pesa sulle spalle e trasportarti in un luogo in cui non sei mai stato. E’ la magia più apprezzabile che io conosca.”

S.K.

 

Recensione di Cristina Costa

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