GLI INDIFFERENTI Alberto Moravia

GLI INDIFFERENTI, di Alberto Moravia (Bompiani)

Il romanzo pubblicato nel 1929, segna la storia della nostra letteratura introducendo il tema esistenziale. La figura dello sconfitto, del vinto, dell’uomo deluso che non ha più speranza viene raccontato con impietosa lucidità e costituisce pertanto anche una critica feroce alla società dell’epoca fascista. E’ stupefacente pensare che un giovane di 18 anni, tanti ne aveva Moravia, quando nel 1924 ha cominciato il suo romanzo, abbia avuto una tale lucidità nel cogliere le caratteristiche del suo tempo e di descriverle con tanta ferocia. Erano gli anni in cui in Italia e in Germania trionfavano ideologie fasciste e in Italia sembrava ormai dimenticata l’ondata di indignazione seguita all’uccisione di Matteotti, sostituita da un palese appoggio popolare al fascismo. Il giovane Moravia osserva la società piccolo borghese alla quale lui stesso appartiene e ne comprende la decadenza, lo sfascio in cui sembra essere caduta ormai incapace di manifestare e riconoscere come suoi i valori umani e sociali. Decadenza dei valori che poi ha pertanto le pagine amare e drammatiche della persecuzione degli ebrei e delle minoranze etniche.

Descrive una famiglia borghese, una villa, un’insieme di circostanze in cui l’indifferenza, la noia sono gli unici sentimenti possibili. Le vicende della famiglia protagonista sono in realtà la metafora di una società degradata e priva delle capacità di provare sentimenti umani e di solidarietà e pertanto rassegnata alla passività.

I personaggi più interessanti sono due fratelli Carla e Michele che vivono lo stesso disagio esistenziale ma cercano soluzioni differenti; Carla, poco più che ventenne è incapace di dare un senso alla sua vita e finisce per scendere a compromesso con se stessa adattarsi a quella società che detesta, insomma si adegua ed accetta di sposare un uomo che non ama ma che le garantisce una posizione sociale.

Michele invece rimane fedele al suo rifiuto, è lucido e spietato nel giudicare la società e se stesso che non ha il coraggio o la forza per ribellarsi. Si rende conto della drammaticità della sua condizione e di quella classe sociale alla quale appartiene; si rende conto che l’indifferenza è una condizione di vita alla quale non trova via d’uscita perché è incapace di adeguarsi, di accettare compromessi ma anche di formare fino in fondo la sua ribellione, per cui non gli rimane che la passività. Michele rappresenta l’uomo sconfitto, vittima della nostalgia e consapevole di essere perduto poiché niente più riportargli i valori perduti. È convinto che per partecipare in una qualche maniera alla vita occorre cedere ai compromessi e accettare di adeguarsi alle regole sociali esistenti e lui ne è incapace, pertanto non gli rimane che essere indifferente, solo così può sopravvivere in una società disumana e falsa

Recensione di Patrizia Franchina

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