CANALE MUSSOLINI PARTE SECONDA Antonio Pennacchi

CANALE MUSSOLINI PARTE SECONDA, di Antonio Pennacchi (Mondadori)

Recensione 1

Nella parte prima della saga, la famiglia Peruzzi, composta da gente determinata e sanguigna, come tante altre famiglie venete del polesine, accoglie l’invito fascista a colonizzare l’agro pontino bonificato con la promessa di un podere e di un’abitazione colonica.

Nel libro relativo alla parte seconda, a partire dagli ultimi anni di guerra, si crea quindi una colonia di veneti a sud di Roma, lungo il canale Mussolini. Le famiglie si espandono, si intrecciano con matrimoni incrociati all’inizio solo fra veneti (tenendosi rigorosamente separati dai “marocchini” locali) e poi, con il passare del tempo anche con i laziali indigeni.

Voluta dal Duce, nasce da zero Littoria (che, nel dopoguerra, cambierà nome in Latina) cui gli immigrati danno un contributo fondamentale per la crescita; opere edili, lavoro, società sono tutti ad impronta veneta.

 

 

I Peruzzi si dividono in più rami, alcuni dei quali fedeli al fascismo per gratitudine, altri collaborazionisti con i “tedeschi”, altri esponenti della resistenza e, dopo la guerra, dei prtiti di sinistra.

Fra alti e bassi della famiglia Peruzzi, Antonio Pennacchi descrive la nostra storia più recente, dagli anni ’40 fino agli anni ’70-’80; lo fa senza appesantire il racconto e senza gravare di storia ufficiale la vicenda ma mantenendo un tono leggero, a volte comico, e, quasi, di meraviglia; il personaggio che racconta è un Peruzzi degli anni ’80 che, nonostante abbia passato l’intera vita a Littoria-Latina, continua ad esprimersi in veneto.

Ecco allora che i dialoghi diretti di tutti, dal Duce a Hitler, dal Papa a Pajetta, sono scritti in veneto (assolutamente comprensibile).

Libro interessante, a tratti piacevole e coinvolgente, a tratti divertente, fornisce una visuale differente e popolare dell’Italia del fascismo portando il lettore ad immedesimarsi con la famiglia Peruzzi e a prendere di volta in volta le parti dell’uno o dell’altro parente.

Recensione di Alberto Pivari

 

Recensione 2

Ambientato tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni del boom economico, è il libro che conclude l’epopea dei Peruzzi, famiglia di contadini veneti che hanno perso le proprie terre e sono costretti ad emigrare in Agro Pontino dove il regime fascista assegnerà loro un podere tra quelli ricavati dalla bonifica delle paludi.

Un romanzo che ha tratti ha il sapore del realismo magico, con una miriade di personaggi guascone, picareschi, sopra le righe; e una trama non sempre facile da seguire anche a causa delle numerose digressioni dell’autore, parentesi di decine e decine di pagine in cui si raccontano fatti ed eventi storici, anche in modo appassionante ma che frammentano troppo la narrazione.

Ha sicuramente il pregio di mettere in luce un certo tipo di italianità con individui che fanno scelte civili e politiche mossi più dalla convenienza, dall’opportunismo, dall’istinto di sopravvivenza (o dai desideri predatori) piuttosto che dall’idealità, con senso del bene collettivo che si limita a coincidere con quello personale, secondo la logica del “con la Francia o con la Spagna, basta che magna”. In questo senso, sempre attualissimo.

Recensione di Stefano Bianco

 

 

CANALE MUSSOLINI (Parte Prima)  Antonio Pennacchi

CANALE MUSSOLINI Antonio Pennacchi

 

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