IL MALE CHE HAI DENTRO Marco Erba

IL MALE CHE HAI DENTRO, di Marco Erba (Rizzoli – maggio 2024)

 

 

Marco Erba sa narrare la vita della provincia italiana come pochi sanno fare, e sa descrivere gli adolescenti, con tutte le loro fragilità e insicurezze, gli slanci di altruismo e le cadute negli abissi della manipolazione e della cattiveria gratuita, come solo chi li conosce e li capisce molto bene sa fare.

I personaggi di questo romanzo sono adolescenti che stanno cercando il loro posto nel mondo, e adulti che lo hanno trovato, ma non ne sono soddisfatti. Ciò che li accomuna è qualcosa di irrisolto che fa parte del loro passato, e continua a gettare ombre scure sul loro presente; le ferite del passato lasciano sempre una cicatrice, che spesso si infetta e continua a suppurare anche a distanza di anni, perché “Il male che hai dentro, prima o poi devi tirarlo fuori, scagliarlo contro qualcuno”.

È così per Cristian, che si è sempre sentito rifiutato, prima dal padre, mai conosciuto, fuggito alla notizia della gravidanza, poi dalla madre, dalla quale è stato allontanato, infine dall’ amica d’infanzia, Elisa, che ha sacrificato la loro amicizia sull’altare della popolarità. Anche Elisa è una persona che si porta dentro fragilità con le quali dovrà imparare a fare i conti. Profondamente insicura, desidera sentirsi apprezzata, essere popolare, avere l’amore del bello della scuola, e in nome di ciò è disposta a calpestare persino la sua dignità, annullandosi per seguire come un docile cagnolino il suo “Mare”, bello e cattivo, magnetico e arrogante.

Mare che non sa accettare un rifiuto, che confonde l’amore con il possesso, ed usa la forza del ricatto per tenere Elisa legata a sé.

Infine c’è Federico, detto “Cazzoridi” perché maschera il suo costante imbarazzo con un sorrisetto sempre stampato in viso, che non riesce ad essere quello che vorrebbe perché schiacciato dalle aspettative di un padre esigente e severo, del cui affetto però ha un disperato bisogno.

Anche gli adulti del romanzo hanno i loro fantasmi da tenere a bada, a dimostrazione che la maturità non è un fatto esclusivamente anagrafico: pregiudizi omofobi, vecchie rivalità in amore, aspettative disattese dai figli, sete di potere, avidità, sono le zavorre delle loro vite.

La vicenda si snoda nei luoghi e nei temi cari a Marco Erba: la scuola, che lui, insegnante, conosce molto bene; il modo dello sport, il ciclismo in particolare, con una special guest d’eccezione, Marco Pantani; i legami familiari, di sangue e di affetto.

Come in un puzzle, le storie passate si svelano a poco a poco: in un gioco di scatole cinesi, di flashback che ci portano sempre più indietro nel tempo, il male che i personaggi si portano dentro rompe le dighe e tutto travolge, senza sconti, senza un finale da confort zone

Recensione di Maria Teresa Petrone

CITTÀ D’ARGENTO Marco Erba

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