IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Giorgio Santangelo della Libreria – Caffetteria – Wine Bar “La Confraternita dell’Uva” Bologna
Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?
Siamo una libreria – caffetteria – wine bar e siamo nati a dicembre 2016, poco più di tre anni fa, fondata da due ragazzi pugliesi di stanza a Bologna innamorati dei libri e delle piccole case editrici (l’uno) e dell’enogastronomia (l’altro).
Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?
Lettori forti, giovani lavoratori per lo più. Chi ama scovare piccole perle nel marasma delle novità editoriali in continuo aumento. Fa strano a molti autori infatti trovare una fascia di lettori abbastanza giovane nel pubblico, cosa che sembra essere un’eccezione solitamente.
Lettori si nasce o si diventa?
Si nasce e si diventa, ci devono essere sia cose peculiarità fin da piccoli, sia avere qualcuno (soprattutto i genitori e i parenti) che stimolino certe propensioni alla lettura fin dalla tenera età.
Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
Bisogna essere ottimi comunicatori del mezzo libro. La promozione va fatta molto (e bene) attraverso i social e ovviamente (cosa che però non sembra essere così scontata) bisogna leggere i libri che si propongono. Bisogna fare un passo indietro e riappropriarsi di quella figura di libraio che conosce il proprio catalogo e riesce a trovare il libro che “veste” in maniera giusta il lettore che si ha di fronte e, allo stesso tempo farlo adattandosi al mondo di oggi.
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Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?
Assolutamente si e credo che parte della risposta precedente lo spieghi. La nostra promozione è totalmente social e, col passare del tempo si sono create reti reali che hanno portato lettori in libreria. Un esempio è il nostro gruppo di lettura “La confraternita dei lettori” che conta una media di una trentina di persone (e di libri) partecipanti ogni mese. Il tutto è gestito (dall’organizzazione alla scelta dei libri) attraverso gruppi facebook, newsletter e sondaggi online.
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Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
Il successo dei libri di Kent Haruf, pubblicati da NN Editore. Tutti molto belli ma la qualità non basta. La casa editrice è stata capace di comunicare i libri in maniera eccellente, facendo scoprire a decine di migliaia di italiani un autore incredibile.
Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?
Non seguiamo molto le classifiche o i grossi gruppi editoriali, quindi non ne abbiamo un’idea precisa.
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In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?
Bisognerebbe in primis far sì che i giovani capiscano che la lettura non è una cosa noiosa. Agire sulle scuole e sul metodo che hanno di comunicare l’oggetto libro come un’imposizione è il primo passo, a nostro avviso.
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Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?
La consideriamo semplicemente come uno strumento in più. Al momento non c’è un device capace di sostituire il libro, ci sono solo apparecchi che sono utili in alcune situazioni (studio, slide dei professori, appunti digitali, durante un viaggio, per non occupare troppo spazio. A casa stravince il libro cartaceo, non c’è paragone).
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Consigliate tre libri, secondo voi imperdibili, ai nostri lettori, motivandone la scelta.
– L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniels (Atlantide Edizioni). Un libro di una giovane autrice statunitense che ha già il respiro di un nuovo classico americano;
– Dal tuo terrazzo si vede casa mia di Elvis Malaj (Racconti Edizioni). Il nuovo step della letteratura italiana è lasciare che anche i nuovi italiani (le seconde generazioni nate da immigrati) possano raccontarsi. C’è qui dentro una linfa, una rabbia e una vitalità che tantissimi autori nostrani hanno perso;
– La confraternita dell’uva di John Fante (Einaudi), perché ci ha spinto ad aprire questo posto e a trovargli un nome.
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