I POCHI E I MOLTI. Romanzo di un’epoca Hans SAHL

I POCHI E I MOLTI. Romanzo di un’epoca, di Hans SAHL  (Sellerio – settembre 2023)

Unico romanzo di Hans Sahl – poeta, saggista, giornalista, critico tedesco nato nel 1902 in una famiglia ebraica assimilata laica e patriottica che si identificava più con l’Illuminismo che con la Torah – “I pochi e i molti”, uscito per la prima volta nel 1959 ed ambientato tra la fine della Repubblica di Weimar e il 1945 con la fine della guerra è stato recentemente tradotto e pubblicato da Sellerio.

Il libro narra in forma di romanzo la storia avventurosa e parallela dell’autore e del protagonista Georg Kobbe, un poeta berlinese cui la nomina di Hitler a Cancelliere del Reich nel 1933 fa comprendere immediatamente che adesso “all’individuo non rimaneva che una scelta: se lasciarsi triturare in poltiglia in mezzo alle grandi forze in campo o se unirsi a una di esse“.

In fuga dalla Germania nel 1933, trova un rifugio provvisorio a Praga, a Zurigo e poi a Parigi; quando la Francia entra in guerra con la Germania viene rinchiuso – come tutti i tedeschi che si trovavano in territorio francese – in un campo di internamento. La sconfitta della Francia, l’avanzata dei nazisti significano, per gli immigrati tedeschi ariani ma antinazisti e per gli ebrei la morte certa perché il governo francese sconfitto si è impegnato a consegnare tutti i rifugiati ai nazisti. Inizia così un’altra disperata fuga verso Marsiglia da cui partono le navi dirette negli Stati Uniti, unica possibilità di salvezza. Non tutti ce la faranno.

E’ un libro in cui la narrazione in prima persona (i diari, le lettere) si alterna con quella in terza persona ed in cui cronaca, ricordi, passato (Berlino, Praga, Parigi, Marsiglia…) e presente (New York) incalzano e si rincorrono in capitoli che variano di lunghezza; dalla fuga dalla Germania diventata nazista si passa al vagabondaggio attraverso l’Europa fino al fortunato arrivo di Kobbe a New York. La strana sensazione “non mi lascerò mai più l’esilio alle spalle” non lo abbandonerà mai.

Esule una volta, esule sempre. “Un naufrago spiaggiato dalle onde su un litorale sconosciuto”, scrive Sahl.

Uno dei pochi, tuttavia, che si opposero; non uno dei molti che rimasero, o divennero complici, o commisero crimini.

Ci sono pagine molto, molto belle e coinvolgenti, in questo romanzo. I capitoli sull’esodo di massa dopo la capitolazione della Francia nel 1940, per esempio, che evocano e riprendono atmosfere che conosciamo dal Koestler de La schiuma della terra, da Remarque, dalla Némirovsky di Suite francese o da quel memoir meraviglioso che è Il diavolo in Francia di Lion Feuchtwanger.

Di un lirismo straziante (d’altra parte, Sahl era soprattutto un poeta) le pagine sulla fame che Kobbe (il quale da borghese agiato si ritrova adesso con le tasche completamente vuote) patisce a Parigi (“è terribile fare la fame a Parigi; più che in qualunque altra città”) sull’internamento forzato degli ebrei tedeschi, la fuga a piedi verso sud, verso la salvifica Marsiglia.

Sono molti i personaggi che popolano il romanzo e parecchi di essi corrispondono a persone reali. Non indicati esplicitamente ma facilmente riconoscibili (anche con l’aiuto dell’ottima postfazione di Enrico Arosio) attraverso alcuni dettagli e caratteristiche particolari.

Uscito quasi in sordina nel 1959, oggi “I pochi e i molti” è considerato non solo un grande romanzo ma uno dei più importanti della “Exilliteratur”, la “letteratura dell’esilio” tedesca.
Sono molto d’accordo

Recensione di Gabriella Alù

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