NON SONO UN ASSASSINO, di Francesco Caringella (Newton Compton)
Trovare un libro per caso, cominciare a leggerlo senza troppa convinzione e poi “divorarlo” in due giorni è sempre una bellissima esperienza. Mi piacciono i libri scritti in prima persona e questo lo è, mi piacciono i libri detti “legal-thriller” e questo lo è e soprattutto mi piacciono i libri che, come questo, ti fanno capire dalle prime pagine cosa c’è di vero e cosa no. O meglio, questa è la sensazione che ti danno.
Un commissario di polizia è indagato e incriminato per l’assassinio del suo più caro amico, un sostituto procuratore e inizia fin dalle prime pagine a spiegare e difendersi con un bellissimo incipit
“Bene, se l’indagato non ha nulla da aggiungere, per me può bastare.” sentenziò il sostituto procuratore.
La sua voce era un graffio come un’unghia avvelenata.
L’interrogatorio era finito.
La battaglia per riconquistare la libertà era appena iniziata.”
Non è un libro in cui i fatti si accavallano e si rincorrono, non ti fa girare le pagine una dopo l’altra con voracità per sapere cosa succede in quella seguente; è piuttosto un libro di sensazioni e sentimenti come delle belle pagine in cui si descrive cosa significa per un uomo libero entrare in carcere e passare da persona a numero.
Molto ben descritto e avvincente il dibattimento processuale in cui Caringella usa tutta la sua esperienza di magistrato per renderlo assolutamente credibile. Un finale grandioso premia il lettore obbligandolo a riflettere sul filo sottile che separa la verità dalla menzogna.
Consigliatissimo.
Recensione di Teresa Chi
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