PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 1936: Eugene O’Neill “per la forza, l’onestà e le emozioni profondamente sentite dei suoi lavori drammatici, che incarnano un concetto originale di tragedia”
IL LUTTO SI ADDICE AD ELETTRA, di Eugene O’Neill
Considerazioni su:
“Il lutto si addice ad Elettra” di Eugene O’Neill
Ce ne sarebbero tante da fare, ma, ammetto, non tutte alla mia portata. Ne voglio seguire una, proprio come una delle mie samare e vedere dove mi porta.
“Cosa avrebbe fatto Amleto se non fosse stato un filosofo?”
Probabilmente quello che ha fatto Orin, uno tra i protagonisti della vicenda.
Entrambi i testi debbono molto all’Orestea anche se, curiosamente, non si sa se Shakespeare abbia mai avuto occasione di leggerla.
E’ per questo che voglio paragonarli.
Amleto e Orin sono membri di una famiglia “importante”. Entrambi hanno come “nido” un castello, una dimora imponente, che racchiude al suo interno i segreti di chi ci abita.
Entrambi hanno un genitore avvezzo alla guerra e che vorrebbe legare l’erede maschio alla carriera militare o comunque vederlo impegnato militarmente.
Ma…
Amleto è un pensatore… Amleto si stacca dalla famiglia e dal castello per andare a studiare altrove.
Orin non lo farà mai.
Andrà in guerra e tornerà col suo fardello di sensi di colpa.
Entrambi ad un certo punto si ritroveranno il padre morto e la madre in un certo qual senso implicata…
Ma…
Amleto si ferma e pensa. Amleto si chiede se quello che noi chiamiamo “giustizia” può giustificare l’assassinio.
Anche Orin se lo chiederà, ma, a differenza di Amleto, se lo chiederà dopo e non prima.
Ad entrambi sarà chiesto di “vendicare”
Ma…Mentre per Amleto sarà lo stesso padre in forma di fantasma a chiederglielo scatenando il suo grande dilemma, per Orin sarà la viva e vegeta sorella Lavinia e lui non avrà la forza di chiedersi se “Essere…o Non Essere”
Entrambi perderanno anche la madre…
Ma…
Amleto ha la forza di puntare il dito contro sua madre, Orin no… Orin cercherà di giustificarla fino alla fine.
E quindi? Chi è Orin?
Orin è un Amleto allo sbando. E’ un Amleto senza la Filosofia.
Di cosa parla quindi questo testo?
Prendo a prestito una considerazione non mia: c’è chi ha detto che questo testo potrebbe essere un romanzo.
Ed è infatti così. E’ una saga familiare ridotta all’osso, spogliata degli orpelli.
Cosa resta?
Restano le relazioni: madre/figlio, padre/figlia, fratello/sorella. Man mano che le cito mi vengono in mente i grandi “complessi” delle tragedie greche con una attenzione particolare (a differenza dei componimenti antichi) sulla psiche umana, tipicamente di impostazione freudiana.
Tutto il resto?
Non è silenzio, anzi… è “leggetelo”
Buona Lettura
Recensione di Rita Annecchino
PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2019: Peter Handke
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