LUCY DAVANTI AL MARE, di Elisabeth Strout (Einaudi – febbraio 2024)
Recensione 1
Momenti di tristezza profonda, in cui affiora il peso di un passato difficile, l’angoscia per questi tempi difficili, la preoccupazione per il futuro delle sue due meravigliose figlie; poi un sussulto, un lampo di luce, la ritrovata fiducia nel futuro e nel destino degli uomini.
Una marea che sale e che scende, questo il cuore dolce di Lucy.
Una donna che non smette di preoccuparsi e di occuparsi del prossimo, che non smette di immedesimarsi negli altri, chiedendosi in continuazione cosa ci sia nei loro cuori.
Una donna a cui non possiamo proprio smettere di voler bene.
Bentornata Lucy. Oh, Lucy…
Elizabeth Strout
“Lucy davanti al mare”
Recensione di Valerio Scarcia
È senz’altro una caratteristica della scrittura di Elizabeth Strout, ma i suoi personaggi sembrano parlare ad ogni lettore personalmente. Lucy Barton non fa ovviamente eccezione. E anzi, specialmente in questo suo ultimo romanzo, il suo dialogo interiore corrisponde molto spesso ai processi mentali di chi legge.
Per chi ha già letto tutti i romanzi di Strout, leggere questo sarà come essere accolto a casa, visto che si è di fronte a vecchie conoscenze: Olive Kitteridge, William (ovviamente), Bob Burgess e la famiglia di Lucy. Il romanzo inizia nel 2020, con l’inizio dell pandemia e segue i tumultuosi anni che seguono. La narrazione di Lucy vaga da un argomento all’altro: la sua ritrovata vicinanza con William; la sua infedeltà quando erano sposati; problemi coniugali e di salute delle loro due figlie; la sua crescente amicizia con Bob Burgess; la ricomparsa a sorpresa della sorellastra di William, Lois; e ricordi dell’infanzia povera di Lucy, dei rapporti difficili con i suoi genitori e delle continue difficoltà con sua sorella Vicky.
E’ il romanzo più contemporaneo di Strout. È scritto magnificamente, pieno di descrizioni chiare e semplici. E forse è un promemoria della scrittrice per tutti noi: eravamo lì insieme e siamo sopravvissuti. Non tutti lo hanno fatto. Ma Lucy Barton lo ha fatto. E di questo possiamo – e dobbiamo – essere grati.
Recensione di Moreno Migliorati
Premio Bancarella 2010: OLIVE KITTERIDGE Elisabeth Strout
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