IL NOSTRO GRANDE NIENTE Emanuele Aldrovandi

IL NOSTRO GRANDE NIENTE, di Emanuele Aldrovandi (Einaudi – gennaio 2024)

Quanto è difficile scrivere questa recensione! E’ tutto nella mia testa, perfettamente articolato e composito… ma il foglio rimane bianco… ed è un problema, perché io ho una voglia matta di scrivere di questo libro.

Anche questo incipit non mi piace, ma provo e tenerlo e a continuare… magari mi verrà un’idea migliore e tornerò a modificarlo.

Questo è un libro pieno di domande. L’autore ce le presenta nel modo più immediato possibile: fa parlare il protagonista in prima persona.

Vorrebbe essere un dialogo, ma l’interlocutore non è lì e non può rispondere. Il monologo è condito da questa assenza… che però è un’assenza al contrario… è il protagonista che non c’è… più.

Conoscere l’autore significa sapere che per lui è normale dire ai suoi studenti frasi come “non sono famoso perché non sono morto” ed è assolutamente riconoscibile quindi il protagonista della prima parte del libro.

Ogni autore dona ai suoi lettori piccole parti di sé spesso debitamente nascoste tra le righe.

Questo autore le rende manifeste con tutta una serie di domande che è inevitabile far proprie.

E’ come se l’interlocutore fossimo proprio noi che leggiamo.

Io mi sono sentita così, ma non assicuro nulla perché, ripeto, la conoscenza personale dell’autore mi toglie un po’ dell’oggettività che mi contraddistingue quando scrivo.

E la seconda parte?  Questa è più difficile da commentare…

Pensate alle grandi domande esistenziali che tutti ci siamo fatti almeno una volta nella vita. Cosa accadrebbe se arrivasse una risposta?

Considerato che tutti questi grandi quesiti sono collegati, una sola risposta potrebbe essere sufficiente per tutti.

E dopo? Si può vivere con due grandi titani nella testa? Da una parte le domande e dall’altra la grande risposta?

Secondo i grandi pensatori non c’è vita senza dubbi o domande. Le risposte annullano tutto…

Ma tutto cosa? Le domande non sono frutto del nostro intelletto? E le risposte?

Quanto viene inficiata la vita “reale” da questi meccanismi mentali?

Come si vede chiaramente, nonostante la seconda parte del libro non contenga più domande, il lettore continua a chiedere e a chiedersi… anche quando il libro è finito, anche quando sono passati giorni, le domande si ripetono.

Io mi sono fatta questa idea: la grande risposta non la voglio sperimentare… preferisco un solo titano nella testa… preferisco continuare a non sapere e soprattutto… preferisco non cambiare l’incipit della recensione ora che sono arrivata alla fine stravolgendo completamente tutto il discorso articolato che mi ero preparata in testa stanotte al posto di dormire.

Leggetelo e fatevi delle domande senza cercare risposte… l’anima è proprio lì

Buona Lettura

Recensione di Rita Annecchino

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

Commenta per primo

Commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.