MA SOPRATTUTTO I PONTI Iuri Toffanin

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MA SOPRATTUTTO I PONTI, di Iuri Toffanin (bookabook)

Da bimba, ogni anno, trascorrevo 4 mesi estivi in costiera. Stessa spiaggia, stessi amici. E puntuale, tutti gli anni, appariva anche lui: “Peppino il Puzzone”. Preceduto e seguito dal tanfo che caratterizzava il suo arrivo, sedeva sul muretto, parcheggiando a brevissima distanza il suo inseparabile carrozzino stracolmo di improbabili, variegate e sporche cianfrusaglie. Vincendo l’olezzo, molti bimbi lo attorniavano, alcuni con curiosità, pochi dicendogli qualche cattiveria. Lui a volte rispondeva, talvolta si arrabbiava anche un po’, prima di prendere a mangiare quietamente il suo Calippo al limone. Io guardavo quella figura familiare sempre un po’ a distanza, rispettando (come mi insegnava papà) una inesistente privacy. Aveva uno sguardo smarrito e infantile, una vita che l’inverno conduceva chissà dove, e mi faceva tanta tanta tenerezza, Peppino il Puzzone!

 

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Con il tocco leggero che solamente un uso puntuale e sapiente della parola può generare, Iuri ci prende per mano e strizzando, con scanzonata ironia, l’occhio a se stesso e al lettore, ci guida alla scoperta di una Venezia inattesa, notturna, umida e fredda; una città il cui cuore autentico comincia a pulsare al calar delle tenebre, quando i turisti si diradano e conoscerla diventa privilegio esclusivo di pochi. Ci immergiamo negli odori salmastri della laguna, respiriamo la pungente umidità che si insinua nelle ossa, attraversiamo il surreale incanto di calli e ponti silenti, fino ad approdare alla conoscenza dei protagonisti.

 

Oltre a Venezia, i protagonisti che popolano le pagine del libro sono tre: Elmer, il Vichingo, uno degli “invisibili” della società, la ragazza che per mantenersi gli studi casca dai ponti e il protagonista narrante. E se a donare concretezza all’esistenza del Vichingo contribuisce un nome proprio, non è dato, invece, al lettore conoscere quello degli altri due, quasi che, depauperandoli di esso, l’autore ne avesse voluto evidenziare la loro, se possibile, anche maggiore invisibilità. Sono dunque tre invisibili i protagonisti, così come invisibile agli occhi dei più è la Venezia notturna nella quale essi si muovono. Ho idea che lo scrittore li ami questi suoi personaggi che si adattano, come meglio riescono, a vivere nella società. Credo sia sinceramente legato a loro, tanto da cogliere perfettamente il calore che essi irradiano e da condurlo fino a noi, sublimandolo in pura poesia che ci scalda la anima. Non c’è alcuna straordinarietà nel loro casuale e triplice incontro e nel rapporto che ne consegue, ma solo una tangibile normalità che rende quanto mai concrete e palpabili le tre anime invisibili.

 

Una storia delicata, non urlata, che ha la durata di pochi giorni, durante i quali la vita dell’uno fluisce in quella dell’altro e termina nell’altro ancora, fino alla ricomposizione finale in un cerchio originario, chiuso e perfetto, che nessun fuoco al mondo potrà mai recidere. Siamo grati all’autore per il senso di riscatto che giunge provvido a lenire la rabbia delle nostre anime. Gli siamo grati e ci sforziamo, in cambio, di regalargli un sorriso alla chiusura dell’ultima pagina. Ma un pezzetto del nostro cuore un pochino piange di dolore e di rancore impotente per la sorte di Elmer, e per tutti gli Elmer che popolano invisibili le nostre città. E un pochino piange per quella parte di Elmer che, forse, alberga in ognuno di noi: quella che sa alimentarsi di fantasia, che narra le storie e affronta le tenebre cantando. E ci addoloriamo per tutte le volte che non siamo stati capaci di proteggerlo l’Elmer che è in noi, lasciando, indifferenti, che fosse sepolto dalle brutture dell’esistenza. Perché talvolta basta un attimo di distrazione, raccontarsi anche solo una piccola bugia…per perdere quel che di più prezioso abbiamo!

PS: l’io narrante, guarda caso uno scrittore, regala a Elmer il suo primo libro, La sesta volta che Molotv è morto. L’autore “omaggia” se stesso e al contempo pubblicizza la sua seconda opera letteraria…cosa dire??.. fantastico!!!

Recensione di Rosamaria Caso

 

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