IL GIOCO, di Carlo D’amicis
La bellissima e accattivante immagine in bianco e nero della copertina è essa stessa l’incipit e parte integrante del libro “Il gioco” di D’amicis.
La fotografia della donna di spalle con la schiena nuda rimanda alla “Le Violon D’Ingres’ di Man Ray, surrealista ed esponente del dadaismo, che ritrasse di spalle negli anni ’20 la sua amante è ispiratrice Kiki di Montparnasse, risaltano i fianchi, le spalle e i glutei.
Dipinse quindi sulla schiena della donna le due fessure che troviamo sulla cassa del violino e che assomigliano a delle “f” in corsivo. Nella copertina le due “f” sono posizionate sul dorso della donna da mani maschili mentre un altro uomo si sofferma a guardare la scena.
Il romanzo, finalista al Premio Strega 2018, si compone di una intervista divisa in tre parti.
Tre personaggi, due uomini e una donna, si confessano ad un intervistatore in procinto di scrivere un romanzo basato non solo sulle loro vite ma sul tema del piacere e del desiderio erotico nella società di oggi. Tema principale del libro e delle sue 526 pagine è infatti il sesso raccontato in modo ludico e diretto dai tre protagonisti della storia.
Il primo che incontriamo è Leonardo, “Mr Wolf” detto il bull, il maschio alfa e dominante, amante seriale che si scopa le donne di uomini “cornuti” e consenzienti che traggono piacere a guardare la loro donna fare sesso con un altro.
Quindi è la volta di Eva, la sweet, regina e schiava del maschio e del suo piacere, pronta ad assecondare tutte le sue fantasie che racconta la sua storia nella seconda intervista.
È la “First Lady” vogliosa di essere posseduta e dominata ma che in fondo vorrebbe appartenere solo a sé stessa, divisa tra la voglia di libertà e il piacere di essere sottomessa dal maschio.
Infine, nell’ ultima parte del libro, conosciamo Giorgio, il cuckold, ovvero il marito che trae godimento in maniera quasi masochistica non solo nell’essere tradito ma nel decidere tempi e modi dell’accoppiamento della propria donna con l’uomo di volta in volta prescelto da lui stesso per il gioco. È “Il Presidente” ruolo tutt’altro che secondario e passivo, è lui infatti “voyeur” il vero artefice e deus ex machina del gioco stesso.
Eva e Giorgio sono sposati da molti anni sono benestanti ma anche annoiati e parecchio eccentrici , Leonardo invece è il loro oggetto sessuale al quale sono legati e dal quale sono dominati in un rapporto a tre, contrattualizzato e consenziente, che li eccita e li domina nello stesso tempo.
In ogni capitolo conosciamo qualcosa di loro, dai loro inizi fino a quello che sono diventati partendo dalla loro iniziazione sessuale.
Eva e Leonardo ci conducono nel gioco in un modo molto leggero talvolta con immagini anche pornografiche e con una tensione sessuale molto forte ma è con Giorgio che avvertiamo quanto dolore nasconda il gioco stesso in tutta la sua trasgressivita’.
Il sesso infatti è vissuto come un gioco che serve a esorcizzare la paura dell’amore che come si legge nel libro” è una cosa pericolosa che può salvare o uccidere e che va maneggiato con cautela e attenzione”.
La scrittura di D’amicis è asciutta e fluida, a tratti molto diretta che non cade mai nel volgare nonostante la tematica trattata. In alcune pagine i è invece piuttosto grottesca e ironica ma anche molto intrigante grazie anche alla bravura dell’autore che riesce a tenere alta la tensione nel corso della storia nonostante l’espediente dell’intervista che potrebbe romperla.
I personaggi con i loro racconti coinvolgono, e riescono anche a commuovere per la dolcezza che emanano nei loro racconti.
Nonostante il loro modo di vivere disinibito e goliardico emanano invece una profonda solitudine a cui è destinato infatti l’uomo che nega l’amore. È un romanzo dove al centro di tutto è l’animo umano che si esprime non solo nel rapporto di coppia con tutte le sue problematiche ma nel desiderio di libertà e di possesso e soprattutto nel dolore.
Recensione di Gabriella Patriarchi
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