L’ORECCHIO DEL DIAVOLO, di Lorena Lusetti (Damster)
<<Ho sempre abitato qui, conosco il posto come le mie tasche, ogni zolla, ogni canale, ogni filo d’erba. Qui tutto quello che c’è si può vedere senza fatica. Non ci sono grotte, sotterranei, cunicoli. Non ci sono pozzi, crepacci, nessun nascondiglio, nessun pertugio. Se scavi con un cucchiaino trovi l’acqua, come sulla spiaggia, in effetti siamo poco al di sotto del livello del mare. Se smettessero di funzionare le pompe idrovore qui sarebbe tutto sommerso dall’acqua.>>
A colpo d’occhio si capisce che questa non è la descrizione di Bologna, né del suo centro storico, né della sua periferia.
Stella Spada, però ha sempre abitato a Bologna, perciò c’è qualcosa che tocca in questo estratto. Che sia protagonista qualcun altro al posto della celebre, ma mica tanto trasparente, investigatrice privata?
Questo libro offre pochissime certezze, la più importante delle quali è che il personaggio principale, nonostante l’estratto ingannevole, è Stella Spada.
Questa volta però l’investigatrice sarà costretta a spostarsi, e anche di parecchio, da Bologna, andando ad investigare sulla sparizione di un bambino, nientemeno che in un paesello in quel di Ferrara.
E’ naturale che a lei manchi il fiato: man mano che si allontana da Bologna cresce l’ansia e la nostalgia di casa.
Quello che però lei imparerà sul posto è che (cerco di andare per ordine, senza svelare nulla):
– in bicicletta si può andare ovunque, anche ad una serata “importante” con il sindaco del paese (che appunto usa la bicicletta per spostarsi), nonostante si debba percorrere una distanza non proprio breve.
– l’aria che si respira lontani dalla città è diversa al punto da portare addirittura qualche mancamento.
– in paese, nella storica merceria, si viene a sapere più che dal parrucchiere.
– se ti trovi nel posto sbagliato, al momento sbagliato, non ti giova essere Marconi…
Nonostante il profilo di Stella vada diventando sempre più nero, oscuro e quanto meno biasimabile, ormai è fatta, lei ti è entrata nel cuore. Lei incarna tutto ciò che una donna non dovrebbe essere, e perciò, nella testa di chi legge, è l’eroina… Sempre e comunque.
Recensione di Rita Annecchino
Commenta per primo