Libro/Film PICCOLE DONNE Louisa May Alcott Greta Gerwig

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Libro/Film a confronto

Libro – PICCOLE DONNE, di Louisa May Alcott

Vale ancora la pena leggere Piccole Donne? Credo proprio di si perché
come insegna Italo Calvino, un classico è un libro che non ha mai finito di insegnare qualcosa.
Ed infatti, al di là del periodo storico e della trama, delle mode e dei costumi, nel romanzo vengono espressi quei valori universali senza tempo e senza spazio che dovrebbero essere prerogativa di tutto il genere umano.

Piccole donne Libro FilmI dialoghi semplici, lo stile trasparente evidenziano quelle universali proprietà quali la solidarietà, la stima reciproca, e, soprattutto, il rispetto per le singole individualità ed inclinazioni.

L’educazione non è mai intesa come repressione, nè l’obbedienza nè la sottomissione. Iniziativa e spirito d’indipendenza vengono sempre incoraggiati. 

Interessante la figura della madre che coi suoi silenzi riesce a essere il muro portante per la crescita delle sue figlie, senza dominare nè stravolgere la personalità innata di ognuna, ma comprendendo e consigliando con vigile affetto.
Le quattro ragazze riescono a farsi amare perché ognuna di esse sa essere se stessa, non indossano maschere né utilizzano trucchi, ma, al contrario riescono a godere delle piccole cose senza tuttavia rinunziare ai loro sogni adolescenziali.

 

E nello scorrere della vita quotidiana, fra gioie e dolori, riescono con il sostegno materno, a diventare più forti, più coraggiose, più intraprendenti, più determinate tanto da apprezzare il loro piccolo mondo sapendo che nuovi orizzonti si apriranno in un futuro che saranno in grado di affrontare nel bene e nel male.

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“Dedicate alcune ore al lavoro; fate che ogni giornata sia al tempo stesso utile e piacevole, e dimostrate di capire quanto è importante il tempo usandolo bene. Allora la giovinezza sarà bellissima, la vecchiaia vi porterà pochi rimpianti e la vita sarà un successo, nonostante le difficoltà “

Recensione di Patrizia Zara

 

Film PICCOLE DONNE, di GRETA GERWIG

titolo originale: LITTLE WOMEN (USA, 2019)
regia: GRETA GERWIG
sceneggiatura: GRETA GERWIG
cast: SAOIRSE RONAN, FLORENCE PUGH, EMMA WATSON, ELIZA SCANLEN, LAURA DERN, LOUIS GARREL, TIMOTHEE CHALAMET, MERYL STREEP
durata: 134 minuti
giudizio: ★★★☆☆

Tratto dall’omonimo romanzo di Louisa May Alcott, il film racconta la storia delle sorelle March, quattro giovani donne unite e deterninate nel perseguire i loro sogni nonostante la difficoltà di essere donne nell’America di fine ‘800, sullo sfondo della Guerra di Secessione. 

Che Piccole Donne sia da sempre un caposaldo dell’emancipazione femminile e un testo dichiaratamente femminista non lo scopriamo certo oggi, sarebbe come la scoperta dell’acqua calda… quello che invece sorprende è il tipo di accoglienza riservata dalla critica (più che altro d’oltreoceano) a questa nuova trasposizione cinematografica firmata da Greta Gerwig, definita da più parti come “un manifesto della donna del terzo millennio”: probabilmente, immagino, per cavalcare l’onda delle consuete polemiche pre-oscar relative all’esiguità di donne-registe candidate, per cui un film come questo avrebbe rappresentato la classica “pietra di paragone”. Ergo: se la Gerwig non viene candidata alla regia, allora è chiaro che l’Academy continua ad essere retrograda nei confronti del gentil sesso, anche nell’anno di grazia 2020. Bah.

Dico questo perchè, a mio modestissimo parere, la versione della Gerwig del grande classico di Louisa May Alcott è assolutamente fedele e per niente “rivoluzionaria”, sia nei confronti del romanzo stesso che degli altri film del passato (anche limitandosi solo a quello più recente, datato 1994, diretto di Gillian Armstrong con Winona Ryder, Kirsten Dunst e Susan Sarandon tra le interpreti). Questo non significa certo che il nuovo Piccole Donne sia un brutto film, tutt’altro, ma da qui a dire che è una pellicola “rivoluzionaria” ce ne corre! La Gerwig, anche sceneggiatrice, si limita a dare qualche aggiustatina al testo aggiornandolo al linguaggio contemporaneo, e gli va dato merito di conferire una maggiore freschezza e vivacità all’insieme: il film, malgrado le due ore e passa di durata, non annoia mai e scorre fluido senza alcun segno di stanchezza, grazie anche alla “verve” delle sue bravissime attrici.

 

 

Sono più che altro loro infatti a dare sostanza al film, in particolar modo la sempre brava Saoirse Ronan, il cui personaggio impersona forse l’unica vera novità di questa pellicola rispetto alle precedenti: chi ha letto il libro avrà senz’altro notato che il suo personaggio, ovvero la caparbia e combattiva Jo, ha decisamente più spazio e maggior spessore rispetto alle altre tre sorelle March. Non ci vuole troppo a capire che la Ronan è l’evidente alter-ego della regista e che il suo ruolo ricalca quasi in toto quello della ragazzina ribelle protagonista di Lady Bird (non a caso interpretata dalla stessa Ronan). La Jo immaginata da Greta Gerwig è in tutto e per tutto autobiografica (vedi la passione per lo scrivere e la voglia di aprirsi al mondo, che in Lady Bird la induceva a lasciare Sacramento per New York, esattamente come nella realtà) mentre le altre protagoniste (Florence Pugh, Emma Watson e Eliza Scanlen) sono di buon grado (forse…) “sacrificate” per la causa.

 

 

Ad ogni modo, bisogna riconoscere che anche questa versione di Piccole Donne riesce nell’intento di trasmettere allo spettatore (anche di sesso maschile) una presa di coscienza forte e netta sulla condizione della donna e la sua dignità, con più di un riferimento alla società contemporanea (vedi la diffidenza delle major dell’editoria nei confronti delle scrittrici, sempre sottopagate rispetto agli uomini), che poi è il vero scopo del film e del libro. Operazione non proprio coraggiosa ma riuscita, quindi, accompagnata da una cura dei dettagli tecnici particolarmente accurata. Ma un plauso va fatto anche agli attori e attrici di contorno, tutt’altro che minori, a partire da “mamma” Laura Dern, a “zia” Meryl Streep al “nipotino” Timothée Chalamet (ormai come il prezzemolo), che rendono più che godibile un film il cui principale difetto è quello di osare troppo poco, ma che comunque si lascia vedere benissimo.

Recensione di S O L A R I S – il Blog per gli amanti del cinema

 

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