LE ATENIESI, di Alessandro Barbero
È del 2015 questo breve romanzo storico di A. BARBERO, esperto medievalista, ma non solo, che spesso interviene in TV (specie su canale 54-Rai storia o per presentare il suo ultimo libro DANTE) con grande chiarezza, verve e simpatica, spontanea enfasi.
ATENE, V sec. a. C.
Senza tanti preamboli e pesantezze descrittive, BARBERO segue, a capitoli alterni, due scenari:
in città viene rappresentata la commedia di Aristofane “Lisistrata”;
in una villa in campagna una tragedia si consuma ai danni di due povere contadine da parte dei soliti “figli di ottima famiglia”.
I fatti accadono contemporaneamente e sono esposti in una sorta di montaggio parallelo.
Gustosissimo il resoconto della messa in scena della famosa commedia, riportata fedelmente e quasi integralmente, in cui le donne greche annunciano lo sciopero del sesso per costringere gli uomini alla pace; alle battute triviali e scurrili, ai doppi sensi rispondono i commenti scollacciati, i lazzi, le urla del pubblico, maschile, che reagisce vivacemente come nella sceneggiata napoletana.
Contemporaneamente, nella villa di campagna di ricchi aristocratici, dove prima i padri hanno tramato contro la democrazia, i giovani degni rampolli seviziano crudelmente due giovincelle.
L’autore ha dichiarato di essersi ispirato all’orrendo massacro del Circeo del 1975 che lo aveva impressionato quando aveva 16 anni e di averlo raccontato, mutatis mutandis, per liberarsene.
Sempre la stessa è la sopraffazione e arroganza del maschio, del ricco, del potente.
Dall’invenzione, basata sul vero (personaggi storici presenti sono l’aristocratico Crizia, Sofocle, lo stesso Aristofane) emerge la contraddizione della società ateniese: a fianco della democrazia, della filosofia, dell’arte, del culto della libertà si scoprono i meno nobili risvolti di una società patriarcale, profondamente maschilista, classista, schiavista.
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