L’ATTRITO DEL TEMPO, di Martin Amis (Einaudi)
Non scrivo qui per consigliarvi questo libro, potrebbero non interessarvi “gli omaggi agli eroi letterari Nabokov, Bellow o Larkin, gli originali auguri per i cinquant’anni di Arancia meccanica, i sopralluoghi nell’America Latina del mito di Maradona o dei narcos colombiani […] le spassose riflessioni sul tennis o sul gioco d’azzardo, o le inchieste sull’industria del cinema pornografico americano: se nell’Attrito del Tempo c’è un filo conduttore è senza dubbio il genio intrepido e irriverente di Martin Amis” ed altro ancora.
Sono arrivato a leggerlo non spulciando le classifiche ma convinto dalle recensioni che ho letto nelle riviste letterarie, nei commenti entusiasti di lettori che conoscevano Amis, nei migliori libri del 2019 secondo i critici e non le case editrici.
Dalle prime righe mi ha conquistato la seduzione delle sue parole, il linguaggio, le mille ispirazioni che genera, “combustibile di idee” e spunti che per me sono puro piacere. Saggi e reportage 1986-2016 che non costringono il lettore ad impegnarsi in esclusiva ma consentono, un capitolo alla volta, colte divagazioni, approfondimenti, scoperte, e di non far caso alle sue parole “solo il revisore, il correttore di bozze e naturalmente l’autore sono costretti a leggere un libro dall’inizio alla fine” per non rinunciare a farsi conquistare.
Non ve lo consiglio quindi, ma una volta scoperto non lascerò Martin Amis tanto facilmente, pronto a leggerlo ancora nei suoi romanzi.
Recensione di Luciano Bertuccioli
L’ATTRITO DEL TEMPO Martin Amis
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