La letteratura gialla vista dalla parte di chi indaga – il detective Harry Bosch (Michael Connelly) – Sesta puntata
Sesta Puntata
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Harry Bosch
Quando torna dal Vietnam entra a far parte della LAPD, con il grado di Detective III, una posizione che include il ruolo di investigatore e supervisore, questo equivale al ruolo di Sergente.
Qui lavora nella prestigiosa Divisione Rapine-Omicidi (RHD) per cinque anni, ma un investigazione degli Affari interni lo manda via perché lo trova coinvolto nell’omicidio di nove persone.
Dopo questo viene trasferito alla Divisione Omicidi di Hollywood come detective, ma anche lì le cose non vanno troppo bene perché viene sospeso temporaneamente dal servizio per aver aggredito il suo capo Pounds.
Questo non è un buon periodo per Bosch, ma questa pausa forzata gli permette di esaminare il caso di omicidio della madre, che fu uccisa nel 61.
All’epoca all’indagine non fu data molta importanza, ma perché? Forse perché si trattava di una prostituta o perché erano coinvolte persone importanti?
Bosch è un uomo tormentato e complesso, determinato e tenace sul lavoro che fatica ad avere dei rapporti interpersonali. L’omicidio della madre l’ha reso l’uomo che conosciamo, comprensivo in certe occasioni e duro in altre, pronto ad usare metodi non proprio legali per arrivare alla verità.
Grazie a questo scopre chi è l’assassino della madre.
Il suo motto personale è: Tutti contano o non conta nessuno. Non crede alle coincidenze e deve scoprire la verità ad ogni costo, non importa quali saranno le conseguenze.
In ogni libro scopriremo sempre qualcosa in più. È mancino, porta la sua arma sul fianco sinistro quando la situazione non è pericolosa ma indossa una fondina sul lato destro con la base rivolta in alto se la situazione è rischiosa.
È un appassionato di jazz, ha una vasta collezione di vinili. Non ama la tecnologia, ma dovrà adeguarsi. Anche lui dovrà smettere di andare alla ricerca di un telefono pubblico per poter usare il cerca persona perché finalmente avrà un cellulare che porterà in una valigetta.
Vive in una casa in pendenza sulla strada Woodrow Wilson sulle colline di Hollywood.
Un quarantenne atletico, di statura media con occhi castani, capelli ricci castani e baffi, ha un intensa vita amorosa; relazioni con colleghe poliziotto, con civili e agenti dell’FBI. Due saranno importanti, le altre saranno avventure di “comodo”.
Anche per questo Bosch ha la sua teoria, La teoria dell’unico proiettile.
“C’è qualcuno per tutti, là fuori. Un unico proiettile. Sei fortunato se riesci ad incontrare quella persona. Quando l’avrai incontrata, una volta che il tuo cuore sarà trafitto, non ci sarà nessun altro. Non ha importanza quello che succede: morte, divorzio, infedeltà. Un sentimento simile non può ripetersi con nessun altro. Ecco, questa è la teoria dell’unico proiettile”.
Con Eleanor Wish, agente dell’FBI poi giocatrice di poker professionista, si sposerà e avrà una figlia Maddie, ma il matrimonio durerà poco più di un anno. (L’unico proiettile di Bosch).
Dopo tre anni che lavorava come investigatore privato decide di tornare al LAPD e viene assegnato alla fittizia unità Casi Irrisolti, i cosiddetti Cold case.
Il suo partner non sarà più Jerry Edgar, che è rimasto nella Divisione Omicidi Hollywood, ma sarà Kizmin Rider.
In alcuni libri collaborerà con il fratellastro Michael Haller.
Harry Bosch nasce dall’esperienza di Michael Connelly cronista e devo ammettere che ha fatto un ottimo lavoro.
Di Giampa Ale Milia
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