I BEATI PAOLI, di Luigi Natoli (Sellerio)
Recensione 1
Ci sono libri che conosci pur non avendoli mai letti, perché parte di una tradizione familiare, oggetto di racconti o, addirittura, di modi di dire.
Nella mia famiglia, quando si preparava un pranzo o una cena era “per te e per tutti i Beati Paoli”, per indicare che le quantità avrebbero consentito di mangiare a tutti, anche giunti all’improvviso, anche se tanti come i Beati Paoli, appunto. Eppure il libro di Natoli non l’avevo mai avuto in mano, anche se, sicuramente, si trova da qualche parte nella soffitta della casa del paese.
Quando ero bambina, non era lettura adatta a me, cresciuta, lo avevo totalmente dimenticato. Quando però, per caso, l’ho trovato in offerta sul kindle, ho capito che era arrivato il momento giusto.
È stato ritrovare un amico perso di vista da tanto, è stato un risentire la voce della Nonna o di mio Padre, è stato un perdersi per le strade di Palermo o di Messina, riscoprire parole d’ordine e leggere storie d’amore che nascono da sguardi casuali e che si sviluppano nelle forme della tragedia.
La storia penso sia nota a tutti: le vicende del protagonista, Blanco di Castiglione, si intrecciano con quelle degli altri personaggi e si inseriscono all’interno della grande storia della Sicilia del Settecento, pedina nelle mani dei grandi sovrani italiani ed europei, impossibilitata a scegliere il proprio signore e comunque indolente e disponibile ad accettare qualsiasi dominio.
Nelle mani di una nobiltà capricciosa e corrotta, il debole e il povero non ha possibilità di essere ascoltato o difeso dalla Legge: a questo pongono rimedio i Beati Paoli, difensori dei miseri e garanti della giustizia che esercitano in maniera inflessibile, con processi che vengono celebrati nelle catacombe, in sale ricavate nella roccia, a cui si accede e da cui fugge attraverso passaggi segreti.
Il romanzo è tutto un fiorire di parole d’ordine, di schioppettate nella notte, di duelli più o meno regolamentari, di rapimenti di fanciulle , di torture e di forche…, tutti gli ingredienti, insomma, del più tipico romanzo d’appendice. Eppure il lettore moderno, anche se smaliziato, rimane comunque attaccato alla pagina, perché, anche se è evidente dall’inizio come andrà a finire, è “costretto” a leggere le 1255 pagine in fretta, per capire come si arriverà all’inevitabile conclusione.
I personaggi sono statici: tutti o troppo buoni o troppo cattivi, ma su tutti domina l’idea di una Giustizia superiore sia a quella incarnata dai Beati Paoli che a quella, fittizia, della legge. Perché anche la giustizia più giusta, priva della pietà e dell’umanità, risulta ingiusta.
E in questo il personaggio di Blanco, certamente troppo buono, troppo umile, troppo generoso, troppo valoroso, troppo tutto insomma, è però l’emblema dell’uomo che serve la Verità. Per questo soffriamo con lui le sue pene e godiamo dei suoi successi, perché è bello credere che anche nella realtà, e non solo nei libri, tutto andrà bene.
Recensione di Liria Cannata
Recensione 2
«La bellezza dei Beati Paoli è la scrittura. È chiaro che le regole del romanzo popolare, del feuilleton, con i colpi di scena, le agnizioni, le sparizioni sono tutte rispettate, ma c’è di più: un gusto notevole, l’eleganza del racconto e la scrittura, ben più moderna della storia narrata» – Andrea Camilleri
Il romanzo di Luigi Natoli è un vero capolavoro, a mio avviso. Me lo diceva mio nonno quando da fanciullina m’incantava con il racconto dei Beati Paoli! Tutto sapeva di quella misteriosa setta di uomini incappucciati che, come ombre, si aggiravano nella notte, fra dedali di stradine, vicoli e sotterranei a riequilibrare le disparità in quella terra barocca dove la giustizia era riservata soltanto ai potenti (sfido io: aveva il libro di Natoli sul comodino e non finiva mai di leggerlo e rileggerlo!)
Il romanzo è affascinante e tutti i personaggi si presentano ben delineati nei loro vizi e nelle loro virtù, scolpiti dalla geniale penna di Natoli nei loro ruoli; e come in un grande affresco vivente, si muovono in un mirabile contrasto di luci e ombre. Bellissime le descrizioni di Palermo, che si presenta in tutto il suo splendore architettonico e in tutta la sua incolmabile miseria.
Tanti sono i personaggi principali: il giovane e intrepido Blasco da Castiglione, Coriolano della Floresta, cavaliere misterioso ed enigmatico, Donna Gabriella, bellissima dama dal cuore ardente e passionale, la giovinetta Violante, dall’ anima pura, il perfido Don Raimondo Albamonte, bramoso di potere e di denaro, lo sbirro Matteo Lo Vecchio corrotto e infame.
Tutti si muovono, odiano, amano, tramano vendette e sognano amori impossibili in una Palermo settecentesca delineata con grande vigore ed efficacia evocativa sostenuta da una robusta documentazione storica.
Attorno a loro, tutta una folla di comparse e comprimari: artigiani e sgherri dell’Inquisizione, avvelenatrici e tavernieri, cicisbei e servi ma anche importanti personaggi storici realmente esistiti come i Vicere spagnoli, re e funzionari sabaudi o artisti del tempo come il grande Giacomo Serpotta.
Ma la vera protagonista del romanzo (le cui vicende si svolgono nell’arco temporale che va dal 1698 al 1719) è però la setta dei Beati Paoli, misterioso e leggendario gruppo che operò a Palermo tra il XV ed il XVI secolo in una Sicilia divisa tra le diverse dominazioni ed in cui l’arroganza e la prepotenza di alcuni settori nobili e ricchi nei confronti del popolo rappresentava una costante di ingiustizia sociale e civile.
“La nostra (giustizia) non è supportata da nessuna costituzione regia, ma è scolpita nei nostri cuori: noi la osserviamo e costringiamo gli altri ad osservarla”, per “garantire il più debole contro il più forte e per imporla non abbiamo che un’arma: il terrore, e un mezzo per servircene: il mistero”.
Un romanzo dalla storia intricata e perigliosa tanto da essere paragonata a quella dumasiana del “Conte di Montecristo”. Un romanzo dal grande fascino ambiguo a metà tra leggenda e verità storica che consacra, ancora oggi, i Beati Paoli come il mito siciliano più noto e misterioso.
E ora mi aspetta “Coriolano della Floresta” il sequel dei “Beati Paoli” che mi hanno riferito alcuni miei amici, lettori appassionati, essere ancora più bello e travolgente!
Curiosità:
“Romanzo storico e popolare, I Beati Paoli di Luigi Natoli venne pubblicato per la prima volta in ben 239 puntate dal 1909 al 1910 come romanzo d’appendice allegato al Giornale di Sicilia e poi in volume nel 1921. Si tratta insomma di un classico feuilleton. Di quelli che grazie alla costruzione sapiente dell’intreccio tengono il lettore incollato alla pagina, inchiodato al libro e catturano la sua attenzione capitolo dopo capitolo”
Recensione di Patrizia Zara
I BEATI PAOLI Luigi Natoli
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