IL GIOCO DI GERALD Stephen King

IL GIOCO DI GERALD, di Stephen King (Sperling & Kupfer)

“Quasi sempre alla luce del giorno la gente è al sicuro da spettri e mostri e morti viventi e ne è normalmente al sicuro di notte, quando si è in compagnia di altre persone, ma quando si è soli nel buio, non c’è più niente da fare”

Chi afferma che King sia uno scrittore di genere (horror) afferma il falso!

C’è l’horror, ovviamente, questo è d’altronde il genere che lo ha reso celebre nel mondo, ma il Re è un universo intero di generi e in questo romanzo ne ho scoperto uno completamente nuovo che mi ha lasciato senza fiato…il thriller psicologico.

Non conoscevo neanche lontanamente la storia, non ho voluto nemmeno leggere la quarta di copertina.

Mi sono ritrovata in una casa di villeggiatura sul lago Kashwakamak nel Maine, a fine estate, con due coniugi.

Una coppia come tante, ormai con ben poco da dirsi, una vita fatta di routine, di convenienza, di superficialità.

Gerald, distinto avvocato, cerca di mettere un po’ di pepe al rapporto con Jessie con un gioco erotico, se vogliamo anche banale…due normali manette.

 

 

 

Ma ecco che il colpo di scena arriva solo a pagina 20!

Nel momento in cui Jessie urla il suo NO!, da quell’istante il Re costruisce un meraviglioso, agghiacciante, claustrofobico, inquietante thriller psicologico, con pochissimi elementi, un solo personaggio, un cane e tante voci interiori.

Tutto il romanzo si svolge in una camera, su di un letto, e nella mente di Jessie.

28 ore da cardiopalma!

King, anche questa volta, è riuscito magistralmente a raccontare l’universo femminile con le sue debolezze, ma soprattutto con i suoi immensi punti di forza.

King porta alla luce grandi temi: crisi di coppia, violenza fisica e psicologica, violenza domestica, l’abuso, l’incesto, l’indifferenza di chi dovrebbe proteggerci.

 

 

 

Jessie è costretta a rivivere i fantasmi del suo passato, che tanto l’hanno condizionata nelle sue scelte di donna.

Immobile, ammanettata al letto, non ha altra scelta che ridiscendere nel suo inferno, rivivere l’episodio della sua infanzia che ha segnato drasticamente la sua vita, per poter risalire e tornare a vivere.

In quel lontano 14 agosto del 1965, durante un’eclisse di sole, la vita di Jessie ha subito un arresto, si è oscurata.

“L’eclisse totale di quel giorno durò solo un minuto, Jessie….ma non così nella tua mente. Lì continua ancora oggi, vero?”

La paura, il terrore, l’essere prossima alla morte può farla impazzire oppure può farle tirare fuori il meglio di sé.

La sua liberazione deve per forza passare da una presa di coscienza, dalla consapevolezza del suo vissuto, deve vincere le ombre che per quasi una vita l’hanno “ammanettata” ad un senso di colpa che poi colpa sua non era.

Deve rielaborare quello che le è accaduto durante l’eclisse della sua preadolescenza, solo così potrà finalmente ritornare ad essere libera non solo psicologicamente ma anche fisicamente.

 

 

King mi ha fatto sentire attraverso la sua scrittura tutte le emozioni e sensazioni di Jessie: paura, terrore, disgusto, rabbia, dolore, disperazione, la sete, i crampi, ma anche la speranza, l’istinto di sopravvivenza, la voglia di riscatto, il bisogno di tornare libera.

370 pagine dove la tensione non allenta mai, mai una parola banale, mai nulla di scontato o prevedibile…fino al colpo di scena finale!

“…nessuna eclisse può durare per l’eternità…”

Sempre e per sempre alla corte del Re!

 

Recensione di Cristina Costa

 

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