
FAME D’ARIA, di Daniele Mencarelli (Mondadori – gennaio 2023)

Recensione 1
Pietro e suo figlio Jacopo, un diciottenne con una grave forma di autismo che lo rende del tutto dipendente dai genitori, per colpa di un guasto alla macchina si trovano bloccati in un pesino del Molise: mentre Pietro attende che il meccanico Oliviero faccia l’impossibile per ripararla si troverà a prendere alloggio in una vecchia pensione gestita da Agata, una donna spigolosa ma di cuore come del resto la giovane cameriera Gaia, e a gestire le difficoltà di un figlio non autosufficiente. Non si tratta tuttavia del classico romanzo dove padre e figlio approfondiscono il loro rapporto oppure si avvicinano dopo essere stati lontani per anni, niente di tutto questo!
Questa è una storia di dolore, il dolore di un uomo che vive mille drammi interiori e più di tutti un totale disamore, un dolore che riguarda la sua incapacità di combattere una guerra inesorabile contro la malattia del figlio e il dolore che traspare dall’incapacità di quest’ultimo di comunicare; le vicende e le reazioni dei due si intrecciano e a momenti i ruoli di entrambi paiono invertirsi, al punto da non riuscire quasi a capire chi sia il padre e chi il figlio. Non c’è traccia di buonismo o finta retorica in queste pagine, misurate ma pesanti nei contenuti, pagine dove ogni parola è misurata e al suo posto, dove le pennellate di inchiostro di Mencarelli tracciano un ritratto emotivo sconvolgente di personaggi ancora una volta in cerca di salvezza.
Recensione di Enrico Spinelli
Recensione 2
Dell’ultimo romanzo di Daniele Mencarelli si è già parlato nel gruppo (e presumibilmente se ne parlerà ancora) e quindi non mi dilungo in elogi, che sono in ogni caso più che meritati. Per quanto mi riguarda, la cosa più notevole del romanzo è lo stile diretto e la totale assenza di volontà dell’autore di voler compiacere il lettore (cosa purtroppo presente in gran parte della letteratura italiana contemporanea).
Unico appunto, il finale. Senza spolilerare nulla, per carità, ma una chiusa sullo stile di “Bruciare tutto” di Walter Siti (chi lo ha letto capirà) sarebbe stato un finale perfetto. Ma non si può avere tutto dalla vita e rimane comunque un’ottima lettura.
Di Moreno Migliorati
FAME D’ARIA Daniele Mencarelli
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