ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO I Dalla parte di Swann Marcel Proust

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO I – Dalla parte di Swann, di Marcel Proust

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Recensione 1

“La Recherche è l’insieme di una caccia al tesoro dove il tesoro è il tempo e il nascondiglio è il passato”

Vladimir Nabokov

Prima o poi dovevo affrontare questa montagna!

Ma ho deciso di prendermela comoda, per non schiantarmi prima di arrivare in cima.

E quindi in questa pausa estiva, libera dai vari impegni di circoli letterari, gruppi di lettura e corsi dell’università del tempo libero, inizio con un paio di libri e poi proseguo la lettura fino all’estate prossima…un libro ogni paio di mesi…almeno questa è l’intenzione…

“Dalla parte di Swann” è praticamente l’incipit della Recherche, qui Proust ci presenta tutti i personaggi e accenna i temi che poi svilupperà nei successivi 6 volumi.

Com’è stato questo primo approccio con uno dei libri cardine della letteratura mondiale di tutti i tempi?

Devastante!

Devastante perché mi ha trascinata in atmosfere, ritmi, profumi di altri tempi, quelli del demi-monde, delle cocottes, della Belle Epoque, dei viaggi in carrozza, dei caffè a Parigi, dei salotti aristocratici, che fanno a pugni con quello che abbiamo ora intorno, il mondo della Recherche è praticamente un paradiso!

Memoria, oblio, veglia, sonno, volontà, inerzia, questo è quello che mi porto nello zaino da qui fino alla fine della lettura.

“Per molto tempo di sono coricato presto la sera. A volte, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che nemmeno avevo il tempo di dire a me stesso: “M’addormento”.”

Inizio semplice, in un luogo familiare, una stanza buia, dove chi racconta vive in uno stato che non è più sogno ma non è ancora veglia. E subito mi trovo in una situazione vaga e indefinita.

Nessun punto di riferimento né per il Narratore né per il lettore.

Questi i temi più ricorrenti, almeno a parer mio:

l’amore ossessivo e quasi paranoico del narratore verso la madre, chiaro riferimento autobiografico

l’amore per la natura in tutte le sue forme, le descrizioni dei fiori, degli alberi, dei cieli sono poesia pura, mi porterò il profumo dei biancospini verso l’infinito e oltre

l’amore verso l’altro, che sia donna o uomo, che sia vissuto da bimbo, adolescente o adulto, che sia corrisposto o no, che sia scandito da carezze, baci appassionati, gelosie, ossessioni, perversioni, attese, incontri clandestini

la memoria, quella involontaria, quella che fa vivere vere e proprie epifanie, quella che basta un niente per permetterci di recuperare il nostro passato; passato che è comprensione profonda della realtà nascosta nelle cose

il tempo, che non è passato e non è presente. E’ una sorta di tempo intermedio, il tempo del ricordo

la musica, l’arte in genere, che quasi si materializza, e che con la sua Bellezza sembra essere l’unica via di salvezza per fuggire dalle brutture del mondo o più semplicemente da un amore infelice, non corrisposto o mal riposto.

“E dire che ho sciupato anni di vita, che volevo morire, che ho avuto il mio più grande amore, per una donna che non mi piaceva, che non era il mio tipo!”

A presto Marcel!

Recensione di Cristina Costa

 

Recensione 2

Marcel Proust • Alla ricerca del tempo perduto I Dalla parte di Swann • anno 1906 Ci si sente inadeguati se solo ci si consente di pensare di poter commentare Proust. Una impresa titanica, un po’ come un Lillipuziano deve essersi sentito di fronte all’imponente Gulliver. Pertanto non resta che concedersi delle brevi e innocue riflessioni. A 19 anni avevo letto “un amore di Swann” capitolo del primo volume della “à la recherche du temps perdu” (che occupa circa metà volume) e ne ero rimasta folgorata. A quell’età, presa da un amore solo in parte ricambiato, avevo sperato succedesse anche a me quanto capitato a Swann che improvvisamente, svegliatosi da un sogno, si era accorto di non amare più Odette, di non provare più nulla per lei. Adesso scopro invece che infine era diventata sua moglie! Che delusione! Quanti risvolti possono avere i sentimenti!

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Comunque leggere la recherche di Proust è l’esperienza della lettura per eccellenza, coinvolge tutti i sensi; ciò che descrive è sempre li vivido e palpitante davanti a te. E se per Marcel è il gusto ad essere sollecitato dalla ormai famosissima “madeleine” per me il senso per eccellenza è l’olfatto: mi basta sentire un odore perché ricordi che credevo dimenticati o privi di emozioni si ricompongano nel presente. È nella descrizione dell’effetto che l’assaporare il the nel quale si è sciolto un pezzettino di madeleine produce a Marcel (e cioè il brusco tornare indietro della memoria alla sua infanzia a Combray) il senso del romanzo. Riguardo al tempo e alla memoria Proust dice “i luoghi che abbiamo conosciuti non appartengono solo al mondo dello spazio dove per semplicità li collochiamo. Essi non erano che una parte esigua del complesso di sensazioni confinanti che formavano la nostra vita di allora; il ricordo di una certa immagine non è che il rimpianto di un certo istante; e le case, le strade, i viali sono, ahimè, fugaci come gli anni”. Come non essere d’accordo. La difficoltà è nell’esprimere questi concetti!

Recensione di Barbara gatti

 

Recensione 3

Marcel Proust. ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO.
1° vol. DALLA PARTE DI SWANN.

“Per molto tempo sono andato a dormire presto. A volte, appena spenta la candela, i miei occhi si chiudevano…”
E’ l’incipit del capolavoro di Marcel Proust,
Alla ricerca del tempo perduto

Diciamo subito che leggere questo autore non
è la stessa cosa che seguire storie dalla trama
travolgente e ricca di colpi di scena.
(Infatti la sottoscritta ammette di aver letto solo il 1° e il 3°-Dalla parte dei Guermantes)

Propongo il primo in cui l’io narrante racconta
la sua infanzia a Combray.
Qui conosciamo i personaggi che l’autore porterà avanti nei volumi successivi:la madre,
la nonna, zia Leonie, Swann…

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La scrittura di Proust ricorda- a me, almeno –
un grande fiume maestoso dove non avvengono grandi fatti se non la quotidianità
raccontata in modo alquanto dettagliato.
Essendo la famiglia benestante, comunque,
si tratta di una vita fatta di frequentazioni dei salotti parigini tra baroni e nobildonne.
Egli li ritrae con ironia scoprendone i vizi, ma sempre con quello stile ripetitivo che è
la sua cifra stilistica.
Viene il sospetto che ci sia una punta di snobismo nell’interesse per quel mondo.

Dal momento che parliamo di uno tra i più
grandi autori del primo novecento, se risulta
pesante leggere i 7 volumi, quasi 4000 pagine,
di cui è composta l’opera, cerchiamo con la lettura di almeno un volume, di avere un assaggio del suo stile e delle sue tematiche.
Forse qualche lettore si sentirà pronto a completare la lettura della monumentale opera.

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Mi soffermo su un episodio del 1°libro perché
illuminante per comprendere il tutto.
Un giorno – egli racconta – trovandosi a mangiare una madeleine (dolcetto corto e paffuto) inzuppata nel tè, provò un’emozione
violenta e piacevole insieme.
Li per li non seppe spiegarselo.
Ma all’improvviso il ricordo era davanti a lui :
quando da ragazzo andava a salutare zia Leonie, lei gli faceva trovare quello stesso dolcetto inzuppato nel tè.

L’ autore sottolinea: il canale attraverso cui
la sensazione era arrivata(olfatto-gusto)aveva scatenato nella mente emozioni infinitamente più grandi della causa, era come non esistessero più passato e presente, il tempo
sfiorava un dolce senso di eternità.

Ecco come Proust scopre la memoria involontaria, attraverso la quale gli eventi vissuti riprendono vita.
Così la sua identità si ricompone ricostruendo
gli episodi del passato, i quali attraverso l’ARTE
della scrittura acquistano nuova dignità mentre si fissano sulla pagina superando la mutevolezza del tempo che altrimenti si porterebbe via tutto, anche i momenti che
sembravano “inoubliables”.

Sembra dire (ma sono solo una lettrice e non ho letto il finale) che l’essere umano, attraverso
l’arte, può fermare e vincere il tempo…

Recensione di Ornella Panaro

 

Recensione 3

Quando ho deciso di cominciare a leggere la Recherche ho pensato ad una lettura rilassata, che avesse il tempo di assorbirne i pensieri e da sbocconcellarsi pian piano.

Niente di più sbagliato. Marcel non ama essere interrotto, vuole tutta l’attenzione per sé, per quel periodare lungo, senza fiato, di una bellezza senza pari, che salta da un pensiero ad un altro, da un ricordo ad una immagine e che travolge.

Dalla parte di Swann Recensioni Libri e News
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Ecco, questa è la sensazione che dà questo libro. Il lettore è investito da una marea senza sosta di tenerezza, quando scopriamo un piccolo a letto in attesa del bacio della madre; di dolcezza assaporando una madaleine con la zia Leonie; di bellezza di fronte ai fiori durante le passeggiate a Combray; e ancora ansia, innamoramento, dolore, tristezza, delusione sono tutte facce della stessa medaglia: la vita.

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Tutto passa attraverso il ricordo, nel momento stesso in cui questo riaffiora creando una sensazione ben diversa da quella sentita nell’istante in cui l’attimo si vive. E’ qui che vive Marcel, di quei dettagli infinitesimali che rendono un quadro splendido, di pieghe di vesti, di fiori aperti e profumati, di campi accarezzati dal vento, qui si perde e si ritrova Proust e noi con lui. Sono tutti petali di un fiore il cui centro è Marcel, con le sue emozioni di fronte ad un fascio di luce gialla che penetra nella sua stanza in penombra, come una farfalla dalle ali gialle.

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E’ come aprire gli occhi per la prima volta e scoprire un mondo con occhi diversi, che hanno capacità di vedere colori mai visti, più nitidi, più brillanti, dettagli mai percepiti, scoprire una nuova luce, nuovi profumi e sapere che tutto questo ha un senso.

Una lettura splendida, piena, che dà soddisfazione. E la voglia di continuare.

“ Forse la verità è il nulla e tutto il nostro sogno non esiste”.

Recensione di Luciana Galluccio

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO – DALLA PARTE DI SWANN Marcel Proust

 

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO II All’ombra delle fanciulle in fiore Marcel Proust

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO II All’ombra delle fanciulle in fiore Marcel Proust

 

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