Abbiamo intervistato Antonella e Cristina della libreria Ubik Rivoli (TO)

Abbiamo intervistato Antonella e Cristina della libreria Ubik Rivoli (TO)

Interviste alle Librerie n. 72

Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?

 Siamo Antonella e Cristina (madre e figlia). Con noi c’è Laura, storica libraia e amica. Abbiamo aperto l’attività da circa 20 anni a Rivoli (TO). Cristina era appena laureata e avendo mia figlia ed io questa passione in comune abbiamo provato a realizzare questo nostro sogno che è il nostro lavoro condotto giornalmente con grande passione, nonostante sia anche un lavoro faticoso. Non basta aprire la mattina ed accogliere i clienti, ma è necessario un importante lavoro di relazione anche esterna e soprattutto un atteggiamento empatico e solidale costante.

 

Cristina e Antonella

 

 

 –Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?

Abbiamo clienti-lettori di ogni genere e puntiamo molto sulla narrativa per bambini e ragazzi perché crediamo che se riusciamo a conquistare con il libro giusto i giovani lettori il nostro ruolo aumenta ulteriormente di significato, oltre al fatto che è proprio sui giovani che dobbiamo investire.

Lettori si nasce o si diventa?

 Entrambe le cose. C’è chi scopre da solo l’amore per la lettura e la coltiva per tutta la vita, c’è chi invece diventa lettore per gradi e, in questo caso, il ruolo del libraio che consiglia e accompagna è particolarmente importante.

 

Essere librai nel 2024: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?

 Come già detto oggi non è più sufficiente aspettare i clienti/lettori stando fermi nella propria libreria, ma è necessario intessere relazioni che aumentino la visibilità e che permettano di organizzare eventi anche all’esterno. Fondamentale è il lavoro con le scuole sia accogliendo classi in libreria per laboratori didattici e/o letture, gruppi di lettura; sia presso le scuole dove accompagniamo autori che incontrano gli alunni e organizziamo attività fra cui campionati di lettura e concorsi di scrittura.

 

Libreria Ubik Rivoli

 

Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?

Il libro di carta non ha perso il suo fascino nonostante i libri elettronici e nonostante i social, anzi i social possono essere uno strumento per far conoscere autori emergenti, nuovi generi letterari e informare su eventi quali incontri con gli scrittori. I social permettono inoltre di poter organizzare presentazioni anche con autori distanti e/o stranieri attraverso dirette Facebook/Instagram. Durante il periodo de Covid, nell’arco di due mesi, abbiamo incontrato con dirette Instagram 77 autori. Quindi l’utilizzo dei social in maniera costruttiva, non pressante e continuamente in evoluzione per noi è uno strumento fondamentale. La presenza su TikTok ci ha permesso di raggiungere quella fascia di lettori più giovani che non frequentavano la libreria mentre ora, soprattutto grazie al “fenomeno manga”, vediamo spesso entrare anche in gruppi numerosi.

 

Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come I leoni di Sicilia e La portalettere, per citarne alcuni, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?

 Il tam-tam pubblicitario è sicuramente l’origine della nascita di quelli che chiamate “tormentoni”. Non sempre effettivamente il tormentone corrisponde a un libro di grande qualità artistica, anche se gli esempi citati in realtà sono stati libri che, sì sono piaciuti, sì venduti, ma sono anche libri assolutamente dignitosi. Il fenomeno del “tormentone” con ridotte qualità artistiche, secondo noi, è più frequente in libri che appartengono ai generi politico, sociali o del mondo dello spettacolo e dello sport.

 

 

 

Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?

 Sono talmente tante le variabili che possono determinare la nascita di un “tormentone” sia di alto che medio-basso livello che richiederebbe da parte nostra un’opera di veggenza.

 

In molti, sul nostro gruppo FB, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alla lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?

Come già detto puntiamo molto sui giovani lettori e abbiamo molti giovani lettori anche per i motivi e i nostri comportamenti sopra elencati. Ci vedono come le loro libraie di fiducia e ci hanno quasi investite di un ruolo autorevole e nello stesso tempo affettuoso nei loro confronti e fidandosi si affidano molto. La nostra più grande soddisfazione è quando tornano solo per dirci che il libro che stanno leggendo, da noi consigliato, li sta coinvolgendo e ringraziano.

 

Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?

 La lettura digitale è fondamentale soprattutto se si tratta di manuali che come ben sappiamo sono tomi spessissimi, pesantissimi e scomodissimi. Negli altri casi è un metodo complementare che mai sostituirà il libro di carta completamente. All’inizio del ‘900 Steinbeck scrisse: “Il libro è morto”. Si è sbagliato!
 –Consigliate tre libri (editati negli ultimi anni), secondo voi imperdibili, ai nostri lettori, motivandone la scelta.
  1. La traversata notturna” di Andrea Canobbio. Perché questo libro autobiografico nasce dalla volontà di mettere ordine nei ricordi del passato perché solo così è possibile perdonare, comprendere, fare pace dentro sé stessi con la rabbia e evidenziare quella che è la lealtà familiare. Inoltre ci accompagna in giro per Torino in un percorso affascinante.
  2. Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio. Un romanzo coinvolgente in cui ogni personaggio entra nella vita del lettore per non lasciarlo più. Un viaggio lungo quasi un secolo che ci mostra come tanti sono stati i cambiamenti avvenuti ma altrettanti quelli che ancora aspettiamo di versi compiere, soprattutto per quanto riguarda la parità di genere.

      3. “L’arte di ascoltare i battiti del cuore” di Jan-Philipp Sendker. Una storia d’amore misteriosa, avvincente, commovente che ci conduce nel cuore della magica Birmania. Mai titolo fu più azzeccato

 

redazione@ilpassaparoladeilibri.it

 

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