REQUIEM DI PROVINCIA, di Davide Longo (Einaudi – novembre 2023)
Recensione 1
Ecco qua l’ultimo libro di Davide Longo che ci spiazza con un prequel che vede protagonisti ancora una volta Vincenzo Arcadipane e Corso Bramard: siamo nel 1987, poco dopo che Autunnale ha sconvolto la vita di Bramard, che qui è ancora commissario, mentre Arcadipane è un giovane ispettore che gli fa da braccio destro ed anche da amico e salvatore perché quasi ogni notte lo recupera ubriaco dal giro delle osterie che Corso frequenta per annebbiare nell’alcool il dolore per le perdite subite. Siamo a Torino dove accade che qualcuno con la faccia nascosta da un passamontagna spara a sangue freddo sul pianerottolo di casa al dirigente di un grande gruppo industriale, Eric Delarue, riducendolo in coma con un proiettile in testa.
Sembra che non ci siano testimoni e i vertici della polizia spingono perché si chiuda in fretta l’indagine ritenendola un’azione terroristica; ma Bramard non la pensa così nonostante la rivendicazione che è stata divulgata e comincia ad indagare sulla vita della vittima tra mille difficoltà e tentativi di depistaggio. Ne viene fuori una brutta storia di abusi su ragazzini e di persone che si trasformano in giustizieri che mettono a dura prova le capacità investigative di Bramard che vuole assolutamente venire a capo della vicenda. Accanto a lui, come fedeli scudieri, non solo il giovane Arcadipane ma anche i fidati collaboratori Pedretti e Mario.
Ma al di là della storia investigativa mi continuano ad affascinare le figure di Arcadipane e di Bramard, ricche di umanità e di sensibilità, che Davide Longo descrive con un talento narrativo un po’ amaro, un po’ sarcastico ma sempre tanto profondo. Anche qui, come negli altri libri di questo scrittore- compresi quelli che non fanno parte della serie- mi ritrovo a cogliere un retrogusto amaro e malinconico che tuttavia mi tiene incollato alla lettura e che mi fa desiderare che esca un nuovo libro in cui immergermi.
Recensione di Ale Fortebraccio
Genere: giallo metropolitano.
Premessa: Davide Longo scrive bene. Questo dato è indiscutibile.
Seconda premessa: l’universo di personaggi e ambienti che Longo ha creato nella Torino di oggi (e di ieri) è un mondo che esiste per chiunque incappi nei suoi romanzi. Aggiungo che è un mondo di cui si vorrebbe fare parte, prendendo un caffè con Vincenzo Arcadipane o facendo un appostamento con Pedrelli. Io, personalmente sogno una casetta nel Roero, accanto a Corso Bramard.
Requiem di provincia è un giallo ben costruito, originale nella trama. Esso racconta un ‘indagine della fase “giovanile” della vita dei personaggi (gli stessi che animano gli altri romanzi della serie).
Forse sono di parte perché il mio Piemonte è uno dei protagonisti di questa serie, ma penso che i romanzi di Longo vadano letti da chiunque ami i gialli (o anche solo la buona scrittura).
Requiem di provincia è, a mio parere, uno dei romanzi più belli della serie: la trama fila e appassiona, i personaggi hanno spessore e il finale sorprende lasciando una sensazione di “pace”.
Aggiungo che prima di questo romanzo non amavo molto il personaggio de commissario Corso Bramard; mi sembrava “un personaggio stereotipato e già visto”, ma qui anche lui acquisisce una normalità e una umanità che mi hanno permesso di apprezzarlo.
Recensione di Tiziana Borra
LA VITA PAGA IL SABATO Davide Longo
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