PURITY Jonathan Franzen

PURITY, di Jonathan Franzen (Einaudi)

Recensire questo romanzo, per me, è come provare a dare al potenziale lettore la misura di qualcosa di straordinario, non maneggiando nulla di ciò che è la scrittura di Franzen.

Le Correzioni” fu il primo romanzo che lessi di questo autore americano, rimanendo così colpita da non riuscire a fare a meno di leggere anche gli altri.

Crossroads” mi convinse ad annoverare Franzen fra gli Autori a noi contemporanei, capaci di assolvere al mio desiderio di sentirmi appagata, come al termine di un pranzo apprezzato fino in fondo.

Mi verrebbe voglia di raccontare la trama nei minimi dettagli e spoilerare ogni singolo dialogo, perché è davvero tanta roba e questa “roba” merita.

Ogni singola parola è ricercatezza di stile, non c’è mai approssimazione, i personaggi sono tutti distinguibili e caratterizzati. Avete presente quando leggendo un romanzo e ad un certo punto vi domandate:<< Ma questo chi è? Da dove salta fuori?>>. Con J.F. non succede, né in questo romanzo, che se non fosse moderno lo accosterei senza timore di azzardare ad alcuni grandi classici dell’800, né negli altri.

Purity detta Pip, vive la sua vita con una madre “atipica”, che un bel giorno decise di cancellare il marito dalla propria vita e da quello della figlia, terminando i suoi giorni da povera reclusa in una casa a Oakland.

La figlia dopo un lavoro insoddisfacente, finisce con l’approdare alla Sunlike Project in Bolivia, una sorta da Wiky Leaks, il cui scopo è quello di preservare l’Umanità dal marcio di cui è infestato il Mondo. Ne è il leader Andrea Wolf, inquietante quanto carismatico uomo, al cui fascino nessuna delle donne che lavorano per lui resiste.

Un segreto dai contorni noir, che trae origine da una motivazione benefica, tiene il lettore costantemente sul filo della tensione, ma i motivi che rendono il romanzo capace di intrappolarci in una ragnatela tessuta finemente e resistente ai tentativi di essere districata, sono molti di più.

In “Purity” il sesso è materia viva all’interno delle intense e spesso malate relazioni che nascono e muoiono, sempre funzionale a ciò che l’Autore vuole rivelarci della dinamica di coppia. Lo si legge senza morbosità. È il polo positivo della negatività dei rapporti.

A parer mio, ripulito dai numerosi e imprevisti colpi di scena, questo è un romanzo che si regge su una ossatura narrativa talmente forte che, avrebbe tolto poco alla bellezza del romanzo, capace di giocare su una raffinatezza linguistica di altissimo livello.

La famiglia gioca sempre un ruolo centrale nei romanzi di J.F.: in loro c’è sempre un, spesso lacerante, senso di colpa. Anche in questo romanzo, Pip (Purity), ama tantissimo la madre nonostante le tenga nascosta l’identità del padre e anche i rapporti che finiscono, lasciano tracce difficilmente cancellabili, anche e soprattutto perché controversi.

E’ analitico Franzen. I rapporti d’amore, d’amicizia o familiari vengono vivisezionati e spolpati, finché rimane l’osso; un osso che diviene reperto prezioso, materiale chimico/letterario da analizzare.

In Purity troverete il potere, la menzogna, l’egoismo, la vendetta, ma mai la noia.

Consiglio caldamente.

Recensione di Ivana Merlo

PURITY Jonathan Franzen

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