PIAZZA FONTANA, di Carlo Lucarelli
A volte è necessario prendersi una pausa dai romanzi e dalla loro finzione. Dalle storie d’amore, che ci fanno sognare ad occhi aperti. Dalle storie fantasy, che spalancano i nostri occhi su scenari fiabeschi, in un susseguirsi di avventure ed eroi. Dalle storie gialle, con quella incessante voglia di scoprire l’assassino e il suo movente.
A volte, dicevo, è necessario mettere da parte i racconti inventati e buttarsi in un altro tipo di lettura: quella dove si muovono protagonisti in carne ed ossa ma in una trama cosi spietata, assurda ed orribile, che forse pensi di avere sbagliato libro. E invece no, è tutto vero. Tutto maledettamente vero.
Carlo Lucarelli, col suo stile inconfondibile, ci parla della bomba esplosa nella sede della Banca nazionale dell’agricoltura, a Milano, in piazza Fontana. Quel 12 dicembre 1969, la città profuma di caldarroste e di Natale. Quella bomba spezza la vita di diciassette persone e provoca ottantotto feriti. E non solo, perché per ciascuno di loro, c’è una famiglia, ci sono genitori, figli, fratelli, fidanzati, amici e colleghi.
E ci siamo anche noi, in quanto cittadini, defraudati di una verità che ci spettava.
Dieci processi, condanne e assoluzioni, e ancora condanne e ancora assoluzioni, bugie, coperture, depistaggi, false piste, colpevoli che non possono più essere processati, i familiari delle vittime costretti al pagamento delle spese processuali. Una sola certezza: a livello giudiziario, non è mai stato individuato l’esecutore materiale, l’uomo che pose una borsa di pelle con la fibbia di metallo sotto il tavolo ottagonale della banca.
Quella bomba segna l’inizio della strategia della tensione. È l’Italia che perde la sua innocenza, forse per sempre.
Buona lettura!
Recensione di Chiara Castellucci
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