MIO FRATELLO Daniel Pennac

Pennac

MIO FRATELLO, di Daniel Pennac (Feltrinelli)

 

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Non ci sono addii per noi. Ovunque tu sia sarai sempre nel mio cuore. (Mahatma Ghandi)

Ho indossato il tuo vestito, calzato le tue scarpe quelle adatte per la pioggia, una specie di galosce eleganti di cui ne eri gelosa: non me li hai mai prestate, dicevi che li avrei deformate con il mio passo pesante.

È vero. Sebbene avessimo la stessa taglia e la stessa misura di piede, tu, sorellina mia, indossavi ogni cosa con grazia mentre io, non so come, la deformavo con una facilità da far paura.

Sai, sorella, non è più cosi. Ora ci sto attenta. Mi sono accorta che quando mi spoglio non getto più gli abiti sul letto ma li ripongo con cura nelle apposite grucce dentro l’armadio come se una mano mi guidasse.

 

 

E’ la tua presenza eterea, invisibile, impalpabile che mi indirizza verso l’eleganza della vita. Lo sento.
E’ cosi, tesoro. Sei accanto a me. Sempre.
Maestra del silenzio e del decoro, Tu così ligia alle forme.

E ho deciso – proprio come Daniel Pennac ha allestito una lettura scenica dell’opera “Bartleby” di Melville in ricordo del fratello – di dedicarti ogni mio gesto e, in particolare, ogni mia lettura seguita dalle mie recensioni che amavi tanto.
La sento la tua voce flautata ogni volta che rileggo ad alta voce ciò che ho scritto : “Sei bravissima, sorellona”.
Non lo so se sono brava, ma se lo sono per te il resto non conta. Tesoro mio.

Ascolta. Ho finito di leggere “Mio fratello” di Daniel Pennac in un pomeriggio di pioggia. Sai quanto mi piace lo stile di questo simpatico scrittore francese. Ma questo piccolo libro in ricordo del fratello prematuramente scomparso l’ho sentito in maniera più profonda.
Tu sei con Bernard lassù. Io sono rimasta qua giù con Daniel.

 

 

Ci diamo da fare sai. Daniel ha recitato in un monologo “Bartley lo scrivano”, dedicandolo, come ho ti ho già detto, al fratello e io scrivo recensioni pensando a te,  indosso ciò che è stato tuo tanto da sentirti in  me.

Ognuno ha il suo modo di sdrammatizzare, di esorcizzare il dolore per la mancanza fisica.

Certo mi manchi tantissimo, mia piccola insostituibile compagna di vita, come Bernard manca a Pennac. Nondimeno  non c’è  nulla da fare, è la vita che gioca questi brutti scherzi, e non rimare altro che andare avanti con il dolce sapore dei ricordi.
No. Tesoro. Non piango più. Tranquilla. Ti penso con saggia e serena disposizione d’animo.

Le lacrime rimangono cristallizzate nel cuore, non ha senso sciupare fazzoletti seppur di carta.
Lo sa bene anche Daniel Pennac. Bisogna dare forma alle idee affinché la persona amata riviva nei gesti, nelle opere e non solo nei ricordi passivi.

 

 

Consiglio la lettura di “Mio fratello” e di “Bartleby lo scrivano” di Merville, un’opera quest’ultima tanto assurda tanto reale cosi come spesso incontestabilmente si presenta la vita.

” Non c’è nessuno al mondo che mi manchi come mi manca lui…Ho perso la gratuità del suo affetto, il piacere della sua compagnia, la profondità del suo silenzio, la delicatezza della sua attenzione, la sua intelligenza nelle situazioni. Ho perso quel po’ di dolcezza che restava nel mondo…”

Di Patrizia Zara

MIO FRATELLO Daniel Pennac

 

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