LE RELAZIONI TOSSICHE DEI SOCIAL: IL NARCISISMO PATOLOGICO Luca Valerio Fabj

IL NARCISISMO PATOLOGICO, di Luca Valerio Fabj (Giunti –  novembre 2022)

Prendiamo senz’altro le mosse dai social più popolari, che sono indicativi: Twitter e Instagram; nonchè dai relativi “reels” (letteralmente “nastri”, cioè brevissimi filmati, sketch) che passano anche su Facebook; allarghiamo poi il campo a YouTube.

Dappertutto è un proliferare di contenuti, interventi, condivisioni e conseguenti offerte di terapie personali o di gruppo sul tema: il Narcisismo patologico e le “relazioni tossiche”.

Si va dall’intervento in romanesco della tale mental coach “de noantri” a quello più professionale e più alto del luminare della Psicologia, passando attraverso una lunga e variegata serie di livelli intermedi.

Ora, è vero che oggi non sono pochi gli studiosi e gli psico-terapeuti che criticano l’uso eccessivo che si fa di questo concetto: talmente estensivo alla fine, da raggruppare un po’ di tutto -con il conseguente rischio, come succede regolarmente a ogni categoria troppo comprensiva, di non voler dire praticamente più niente.

Ciò non toglie però che il – facilmente riscontrabile – dilagare dell’interesse comunicativo sul tema ne testimoni convincentemente il peso sociale ed esistenziale.

Così, en passant, ricorderemo anche come uno studioso come Massimo Bontempelli (1946-2011), ne abbia addirittura fatto la chiave di lettura del suo “Il Sessantotto – un anno ancora da capire” (2008/2018). Da noi recensito.

Viviamo senz’altro in una società dell’immagine e della rappresentazione e quindi il fenomeno, secondo alcuni studiosi, sarebbe così diffuso da non poter neanche più essere considerato un disturbo. Semmai sarebbe *il* modo d’essere proprio dell’attuale Società. Ma su questo l’autore del libro non è del tutto d’accordo.

Venendo a questo libro, al quale si riconosce innanzitutto il merito di avere operato una buona sintesi sull’argomento, Fabj chiarisce da subito sia i criteri metodologici ed epistemologici di questo suo lavoro sia l’ottica dalla quale analizza il fenomeno.

Vale a dire che, nell’analisi del DSP (disturbo narcisistico della personalità) non gli interessano gli approcci informati alla corporeità e/o alla spiritualità o a un qualsivoglia orientamento soggettivo che non sia documentabile e condiviso. Chiarisce così anche esplicitamente il suo orientamento di psicanalisi psicodinamica.

Il Narcisismo è antico quanto l’uomo e, nella giusta misura, è elemento essenziale affinché si formi e si strutturi la personalità.

Diventa patologico -e nel testo ne vengono contemplate le varie forme sia in termini di tipologia che di intensità- quando rende problematiche e dolorose le relazioni. Da parte di persone che “soffrono e fanno soffrire”.

Fabj dichiara anche che occorre liberare l’approccio teoretico e terapeutico dal giudizio morale che solitamente accompagna le analisi di queste personalità narcisisticamente orientate. Ora ci viene da pensare come sia abbastanza normale che questo giudizio tenda a manifestarsi, trattandosi di una socio-patia. Cioè di qualcosa che crea sofferenza nelle relazioni umane.

Fabj non può però non avvertire gli specializzandi ai quali soprattutto è destinato questo libro di quanto sia faticosa e noiosa la psicoterapia con un paziente narcisista. E nel farlo si esprime con una ironia benevola ma assolutamente lucida.

Anche come pazienti, i narcisisti sono insopportabili. A volte anche pericolosi. In non pochi casi, poi, sono incurabili.

Lungi da noi l’idea di entrare nei dettagli in questa nostra anche troppo lunga nota. Possiamo però senz’altro spingerci a consigliare, con il massimo rispetto, la lettura di questo libro ai non addetti ai lavori.

Soprattutto se sono genitori e/o insegnanti o comunque impegnati a cercare di decifrare “qui e ora” (cit.) quel che sta accadendo alla nostra Società.

Recensione di Ettore Martinez

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