L’ASSASSINO SCRIVE 800A Francesco Bozzi

L'ASSASSINO SCRIVE 800A Francesco Bozzi Recensioni Libri e News

L’ASSASSINO SCRIVE 800A, di Francesco Bozzi

Chiedo venia e lo ammetto: pur essendo cresciuta a “pane e signora Fletcher”, non amo i gialli e la responsabilità la ascrivo in toto alla Agatha Christie, che – non fornendo in corso di lettura gli elementi utili per la risoluzione del caso e svelandoli tutti sul finale – mi faceva proprio arrabbiare.

 

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Conseguentemente, è stata ardua la sfida con me di questo libro, che volevo leggere perché?
Perché si cimenta nella sua scrittura uno degli autori del grande Fiorello, Francesco Bozzi?
No!

Perché ha disegnato con la sua penna un commissario che “farà venire la voglia di essere arrestati”, come recensito proprio da Fiorello?
No!

 

 

Perché è coraggiosa la scelta di proporre – a fronte dell’antesignano Commissario Montalbano del Maestro Camilleri – l’alter ego annoiato Commissario Mineo, lui che vorrebbe solo suicidi per chiudere in quattro e quattr’otto le indagini…. e, invece, gli tocca de lavora’, perché purtroppo, suo malgrado, gli si presentano sempre omicidi, proprio quando tempo da perdere non ne ha, perché c’è la Gazzetta dello Sport da leggere e la spesa da fare per la moglie esigente, che non ricorda neanche lontanamente la Lidia di Montalbano?
Naaaaa!

Perché Mineo cattura con quella innata simpatia che, parliamoci chiaro, abbiamo solo noi siciliani, nati per sdrammatizzare anche la più tragica delle tragedie?
Nooo!

Perché, nonostante la sua natura apatica, Mineo ha l’intuito tipico del grande investigatore, che grande lo è, anche se non vuol darlo a vedere…. come solo i veri grandi sanno fare?
Ma nooooooo….

 

 

E allora?
Semplice : perché emoziona!
Perché parla di ciò che meglio conosce l’autore: la propria terra, descritta nei suoi frutti, persino nella mia nocellara del Belice …..i propri luoghi, che rivedi nei suoi palazzi storici, nella sua piazza, nelle sue panchine…..i propri amici di sempre, per ognuno dei quali c’è un tributo speciale attraverso i personaggi cui – con loro stupore ed emozionante, visibile, orgogliosa felicità – hanno dato nomi, volti, tratti caratteriali …..fra tutti colui che conosco personalmente: l’ispettore La Placa che – cito testualmente – “non è il suo uomo di fiducia, anche se lo considera il migliore dei suoi uomini. Non perché sia bravo o particolarmente dotato, ma perché non pone mai troppe domande. Mineo gli dice di fare una cosa e lui obbedisce senza esitare; è una dote che il commissario apprezza moltissimo”.

 

 

Lo ammetto: alla descrizione di Tanino La Placa un brivido lungo il corpo mi ha attraversata ed il mio corpo che parla mi ha detto: è il giallo che ti piacerà….che vi piacerà anche senza conoscere Tanino La Placa perché c’è amore per la nostra terra, per la nostra gente, per la nostra sicilianità, che è uno “stile”, anzi no una “filosofia” di vita….perché c’è lui, che aleggia per tutto il libro, per non disperderne negli anni un ricordo da mantenere sempre vivo, perché il giovane che legge e che non sa chi sia, vada a vedere chi è stato, ne legga la storia e non lo dimentichi mai più: Peppino Impastato, il tributo più importante!

Recensione di Desirè Agate

 

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