L’ANIMA SEMPLICE, di Matilde Serao (Edizioni Croce)
Nella Napoli umbertina di fine ottocento, una circolare del governo Crispi ordina la requisizione di alcuni beni ecclesiastici. L’inaspettato provvedimento investe anche il convento di Suor Orsola Benincasa, gettando nello sconforto la piccola comunità religiosa rappresentata da trentatré monache di un rigido ordine. Trentatré donne che dopo decenni di clausura e obbedienza sono costrette a tornare presso le famiglie d’origine, ricondotte a quell’identità civile che un tempo avevano volontariamente rinunciato.
Tra queste recluse Matilde Serao pone l’attenzione su suor Giovanna della croce, raccontando le tristi vicende che la religiosa subisce una volta uscita dalla sacra dimora nella quale aveva trascorso gran parte della propria esistenza. Dopo un breve soggiorno presso sua sorella Grazia, che la accoglie con l’intento di ricavarne solo interessi, suor Giovanna inizia un peregrinare di casa in casa alla ricerca di un giaciglio per dormire, invecchiata, stanca, in assoluta indigenza, esposta alla pubblica umiliazione.
Prendendo spunto da una storia realmente accaduta, l’autrice compone il ritratto intenso di una protagonista fragile, esplorandone i timori, le impressioni al cospetto di un mondo quasi sconosciuto, fatto di decadenze fisiche e morali, di degenerazioni dei sensi e della coscienza, sullo sfondo di una città frenetica e brulicante come in un cortometraggio dei fratelli Lumière.
Recensione di Gennaro Truglio
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