L’ANGELO DI MONACO, di Fabiano Massimi
Siamo nel 1931, Monaco di Baviera.
Una ragazza viene trovata uccisa nella sua stanza con un colpo di pistola. L’arma è li’, vicino a lei.
Chi è questa ragazza? È Geli Raubal, niente di meno che la nipote di Adolf Hitler.
Due commissari iniziano le indagini e si da per scontata la tesi del suicidio, supportata da numerose e più che attendibili testimonianze.
Dovranno però fare i conti con chi vuole chiudere subito questo caso ma anche con chi li stimola a proseguire.
Si scoprirà che l’arma utilizzata è di Hitler ma lui dimostrerà subito di avere un alibi inattaccabile e anzi sarà quello che vorrà fare piena luce su questa intricatissima vicenda, vista anche la curiosa amicizia che ha con la nipote.
Nel frattempo entreranno in gioco personaggi come Himmler, Goebbels, Goering, Hess, così come dei meno noti che dichiareranno di avere avuto rapporti chi di sola amicizia e chi sentimentali con Geli.
Suicidio, delitto passionale, delitto politico? Tutte le strade sono aperte.Tutte.
Era tempo che non leggevo un libro così emozionante, coinvolgente, senza respiro e istruttivo come questo. Complimenti a Fabiano Massimi che ha riportato alla luce una storia realmente accaduta e totalmente dimenticata.
I veri dispiaceri sono stati dovere a volte interrompere la lettura e soprattutto arrivare alla parola fine. Fine di una storia incredibile.
Recensione di Marcello Avigo
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