IL SORRISO DI CATERINA. La madre di Leonardo Carlo Vecce

IL SORRISO DI CATERINA. La madre di Leonardo, di Carlo Vecce (Giunti – marzo 2023)

 

Recensione 1

Se c’è una cosa che adoro sono i romanzi storici, e ancora di più quelli che riguardano figure misteriose o ai margini di eventi o personaggi di particolare rilievo.

Qui troviamo Caterina, una bellissima ragazza ribelle del Caucaso, rapita in giovanissima età dalla sua terra e venduta come schiava passata per Costantinopoli, Venezia fino alla Firenze del Rinascimento dove conquisterà finalmente la libertà.

Tra i tanti figli che metterà al mondo ce ne è uno che forse amerà più di tutti gli altri proprio per il non poterlo chiamare figlio e non poter essere chiamata madre, un figlio concepito da schiava e fuori dal matrimonio e quindi contro tutte le leggi del tempo, quel figlio che avrà lo stesso nome del Santo che libera dalle catene, Leonardo, concepito con il giovane notaio Piero da Vinci.

Realizzato grazie a un lavoro estremamente meticoloso di ricerca di fonti storiche e documenti del tempo, questo splendido romanzo storico, avvincente e appassionante dalla trama alla prosa, fatta di lunghi capitoli dove i vari protagonisti, uno alla volta, raccontano la loro parte nella storia in prima persona, ci restituisce l’immagine più completa e credibile della madre di Leonardo da Vinci, figura misteriosa e sfuggente su cui si sono fatte negli anni mille congetture, un’eroina femminile di grande fascino e personalità, cui ci si affeziona profondamente e dei cui sentimenti diventiamo, inevitabilemente, partecipi.

È una storia, inoltre di grande modernità e attualità, perché non è tanto difficile vedere nel volto angelico di Caterina, nei suoi sogni e nelle sue aspirazioni, le tante creature ai gradini più bassi della società che cercano dalla massima miseria di raggiungere la libertà e la felicità.

Recensione di Enrico Spinelli

Recensione 2

Le biografie di Leonardo da Vinci riportano che sua madre fosse di umili origini. Qualcuno aggiunge l’ipotesi che potesse essere una schiava di origini asiatiche.

Lo studioso del Rinascimento Carlo Vecce fa propria questa ipotesi, e ci narra la storia di una giovane originaria delle montagne del Caucaso, catturata dai Tartari, venduta come schiava a Istanbul e giunta prima a Venezia e poi a Firenze come risultato di diversi passaggi di proprietà.

In realtà poco importa la veridicità di questa ipotesi, perché le vicende di Caterina sono un pretesto per raccontarci la storia di quegli anni a cavallo tra medioevo e rinascimento, attraverso molte voci narranti, quelle di tutti i personaggi che entrano in contatto con la protagonista, a partire dal padre, come se lei, Caterina, non avesse una voce propria. Ogni capitolo apre una finestra su un mondo diverso: quello dei guerrieri circassi, quello dei mercanti veneziani o genovesi stabilitisi sulle coste del mar Nero, quello dei navigatori, quello delle schiave vendute e comprate dagli italiani che ne traevano lauti profitti, e molti altri che il lettore scoprirà.

Si respira un’atmosfera molto diversa da quella che siamo abituati ad associare a quegli anni. Mi ha molto colpito, ad esempio, il clima di grande apertura, accoglienza e tolleranza che si respirava lungo tutte le coste settentrionali del Mar Nero. Dove ora c’è una guerra che cambierà certamente l’equilibrio geopolitico del pianeta, a fine Quattrocento convivevano pacificamente popoli diversissimi tra loro, per lingua, religione, usanze, che avevano compreso come la pace fosse indispensabile per favorire i loro traffici commerciali. Anche allora però si respirava un’aria di catastrofe imminente (per la peste appena conclusa e la minaccia di un’invasione turca) che, come sempre accade, portava con sé paura e intolleranza.

Il ritmo della narrazione coinvolge fin dalle prime pagine, con i suoi continui cambi di prospettiva. Ogni capitolo ha una sua voce, espressione della capacità narrativa di ciascun personaggio. Unica voce di cui si avverte la mancanza, è proprio quella della protagonista: tutto ciò che vive e soprattutto che le passa per la mente e il cuore viene sempre riferito da chi di volta in volta si trova ad avere a che fare con lei.

Recensione di Maria Teresa Petrone

IL SORRISO DI CATERINA. La madre di Leonardo Carlo Vecce

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