La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga​ ​- IL CONDE (Leonardo Padura Fuentes)

La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga​ ​- IL CONDE (Leonardo Padura Fuentes)

 

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Il tenente Mario Conde, detto semplicemente IL CONDE

Mario Conde, detto semplicemente il Conde, tenente di polizia a l’Avana, nasce come protagonista dalla penna eccellente di Leonardo Padura Fuentes, scrittore cubano, classe 1955. E con Mario Conde l’autore ci regala una delle più belle figure del noir, un investigatore che è legato a Cuba in maniera indissolubile, un uomo che è un tutt’uno con l’isola, che è tutt’uno con l’Avana stessa e le sue contraddizioni, la povertà, la fratellanza.

 

 

Il Conde si porta dietro tutte le oscurità, le incongruenze, le sofferenze di una città che sogna, che spera, che tira a campare, che ama, che subisce uragani, tifoni, tornadi e ricostruisce, che uccide. Col suo fido sergente Manolo, il Conde indaga, scioglie misteri e delitti e intanto racconta della sua città, della sua gente, dei suoi sogni da ragazzo con i suoi quattro amici (fratelli di cuore, d’anima e di fegato) da giovani studenti a quello che sono diventati nel 1989, anno in cui si svolgono le sue indagini raccolte per stagione in quattro imperdibili volumi: Passato remoto (inverno), Venti di quaresima (primavera), Maschere (estate) e Paesaggio d’autunno (autunno). Mario Conde è sboccato, scurrile, deluso e trasandato, è perennemente innamorato o affascinato da una donna, sempre diversa; è il poliziotto che fa di testa sua, eppure è amato presso il commissariato, anche se non tace di fronte a quello che trova ingiusto, se non rispetta esattamente le regole, se veste come capita perché è più spesso ubriaco che sobrio.

 

 

 

Il Conde è il rum tracannato ad ogni ora, l’attesa del caffè che sale dalla moka, è il caldo asfissiante della città che infiamma le persone, è il vento che tira forte per spazzare foglie, sporco e miseria. Il nostro protagonista è l’anima dei gialli di Padura Fuentes e ci si innamora di lui: pallido, perennemente in bolletta, fumatore e bevitore incallito e senza peli sula lingua, un vecchio, come si sente, di soli trentacinque anni. Voleva fare lo scrittore, voleva scrivere un romanzo sullo squallore e l’idea gli gira ancora in testa, ogni tanto butta giù qualche riga senza completarla, ma sa che prima o poi ci riuscirà.

Insieme a lui, assaporiamo i cibi che prepara Jose, la madre del suo migliore amico Carlos il magro, che magro non è più; percepiamo l’infelicità che aleggia su di lui, sorridiamo alle sue battute e applaudiamo ai suoi successi. Il suo disagio esistenziale, la sua intelligenza, le sue intuizioni e la sua fame di amore e di giustizia, fanno di Mario Conde uno dei più riusciti, vividi protagonisti del noir.

Di Lauretta Chiarini

 

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HAVANA NOIR. Le indagini di Mario Conde Leonardo Padura

 

 

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